Non di Venere ma di Marte

In questo breve e divertente racconto l'Autore ha saputo cogliere, con arguto e sfumato umorismo, alcuni risvolti caratteristici di vita quotidiana attraverso le vicissitudini di Annibale, ispiratore di gustose avventure spesso dominate da misteriosi influssi astrali.
E' vero o no che c'è chi nasce fortunato, o come si dice, ''con la camicia'' e chi invece è scalognato cronico e sempre in braghe di tela?
Gli influssi astrali, le interferenze e gli ascendenti zodiacali, possono effettivamente influenzare o caratterizzare la nostra esistenza?
E, infine, il concetto e l'idea di un oroscopo e della cabala, rivestono per alcuni di noi un reale e particolare significato?
Il dubbio può non assurgere a livelli amletici, ma sotto sotto questi pensieri possono sottilmente frullare nel cervello di taluni, pochi o tanti che siano.
C'è in proposito tutto un sottobosco ancestrale più o meno inesplicabile, che ha sempre interessato e coinvolto la fantasia molto mediterranea e un tantino inconsciamente superstiziosa della nostra gente.
Orbene il modo e le circostanze in cui si muove e si arrabatta l'Annibale, bizzarro protagonista del presente ameno racconto, può effettivamente fornire un certo contributo al chiarimento dell'interessante questione.
E alla fin fine, come sempre, chi la dura la vince.