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Persone scomparse e cadaveri sconosciuti: diffusione delle impronte digitali
GIULIANO A.
Copertina flessibile
€ 11,40Acquista Preview Email alert
DESCRIZIONE
Le impronte digitali che firmano i nostri polpastrelli sono uniche, immutabili nel corso della vita tanto da permanere nel cadavere anche se in preda a decomposizione o interessato da altre alterazioni.
In questa materia la pratica di campo dà risposte che nella normalità sono trasmesse al magistrato ad ore dalla visita in obitorio, nella stessa giornata delle operazioni di assunzione delle impronte. Un servizio in costante aggiornamento, attivo 7 giorni su 7 e funzionante nell’arco delle 24 ore. Questi sono risultati concreti, evidenze di una metodica identificativa di eccellenza, tuttavia oggi sottoimpiegata.
Propendere per un bacino preventivo di impronte rilevate in vita - in pratica un’Anagrafe Dattiloscopica Civile che realizzi ciò che i documenti di identità elettronici potrebbero provvedere - permette di assicurare analoghe risposte anche per i cittadini le cui impronte non sono negli archivi di polizia.
Un utile strumento anche laddove si superi il singolo rinvenimento come nel caso dei mass disasters per i quali, nel dare identità alle vittime, le impronte rappresentano uno dei metodi di riconoscimento più pratici e rapidi in accordo con le operatività aggiornate presso l’Interpol.
Indice
Introduzione
Preambolo storico
Morti e sconosciuti: un problema sociale
Impronte papillari
Valore della Dattiloscopia
Realtà operativa: due esempi
Discussione
Anagrafe Dattiloscopica Civile (ADAC)
Bibliografia