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ARTICOLI ORIGINALI   

Giornale Italiano di Chirurgia Vascolare 2000 June;7(2):125-33

Copyright © 2001 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Inglese, Italiano

Possibilità di rivascolarizzazione nel trapianto di rene

Regina G., Ciavarella M., Grimaldi G., Impedovo G., Tempesta A., Carrieri G., Selvaggi F. P.

From the Institute of Clinical Surgery II Chair of Vascular Surgery * Department of Emergency Surgery and Organ Transplant Chair of Urology University of Bari, Italy


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L’utilizzo di reni con più di un’arteria o con un sistema vascolare non adeguato si è reso necessario negli ultimi anni per l’aumentata richiesta di trapianto da un lato e per il mancato incremento delle donazioni da cadavere dall’altro. Molteplici tecniche sono state utilizzate tenuto conto anche dei progressi che in questi ultimi anni sono stati fatti dalla chirurgia vascolare. Nel lavoro gli Autori hanno sintetizzato la loro esperienza su 266 trapianti di rene, di cui 175 da cadavere e 85 da vivente dall’ottobre del 1973 a maggio 1999 presso la Cattedra di Urologia della Università degli Studi di Bari. Per quanto lungo questo periodo di tempo è stato tuttavia utile quando si è voluto valutare le diverse tecniche chirurgiche praticate, la diversa terapia immunosoppressiva, i risultati, le complicanze acute e a distanza osservate. Per quanto riguarda la rivascolarizzazione del rene, in 30 è stata eseguita un’anastomosi termino-terminale tra l’arteria renale ed ipogastrica; in 209 una in termino-laterale con arteria iliaca esterna utilizzando, quando possibile, un piccolo patch in parete aortica; in l’20 anastomosi è stata direttamente confezionata in termino-laterale con l’iliaca comune e con l’aorta del ricevente. In un caso l’anastomosi è stata confezionata con l’arteria splenica. Complicanze acute osservate sono state 3 trombosi dell’arteria renale e 2 aneurismi micotici. Complicanze croniche osservate sono state una fistola artero-venosa ed una stenosi dell’arteria renale. In letteratura sono state proposte numerose possibilità dell’albero arterioso e venoso. Per semplicità si è preferito illustrare queste tecniche con semplici schemi, di facile visione e ricordo per il chirurgo che si accinge a praticare questo tipo di intervento.

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