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ARTICOLI ORIGINALI   

Giornale Italiano di Chirurgia Vascolare 2000 June;7(2):105-13

Copyright © 2001 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Inglese, Italiano

La rivascolarizzazione dell’arteria peroniera nell’ischemia critica cronica degli arti inferiori

Palumbo N., Cevolani M., Paragona O., Tedesco A., Leone M.

From the Department of Surgical and Anesthesiological Sciences Vascular Surgery Section Policlinico S. Orsola University of Bologna, Bologna, Italy


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Obiettivo. Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare i fattori determinanti il successo dei bypass femoro-peronieri, in pazienti con ischemia critica cronica degli arti inferiori.
Metodi. Abbiamo studiato, in maniera retrospettiva, l’evoluzione di 82 bypass femoro-peronieri realizzati consecutivamente, dal gennaio 1991 al dicembre 1996, in 82 pazienti che avevano un’arteriopatia obliterante degli arti inferiori, con ischemia critica cronica. L’età media era di 69 anni (47-88); 61 pazienti erano maschi (74%). Trentadue pazienti (39%) erano diabetici. L’indicazione all’intervento era data da: dolori a riposo in 39 pazienti (47%), ulcera ischemica non cicatrizzante in 33 pazienti (40%) e gangrena delle dita dell’avampiede in 10 pazienti (13%). L’indice sistolico medio di pressione caviglia/braccio (ICB) era di 0,4 (±14) nel preoperatorio. La vena safena autologa è stata utilizzata 65 volte (79%) e una protesi in politetrafluoroetilene (PTFE) 17 volte (21%). Cinquanta bypass (61%) sono stati realizzati sulla metà prossimale dell’arteria peroniera e 32 (39%) sulla metà distale. ll follow-up medio è stato di 26 mesi (1-72). Un solo paziente è stato perso di vista durante lo studio. I risultati sono stati valutati col metodo attuariale.
Risultati. Tre pazienti (3,6%) sono deceduti durante il periodo postoperatorio. Quindici pazienti sono deceduti durante lo studio. Il tasso attuariale di sopravvivenza a 5 anni è stato del 63% (±9). Il tasso di pervietà primaria è stato dell’84% (±3) a un mese, 63% (±5) a un anno, 60% (±6) a 3 anni e 55% (±15) a 5 anni. Trenta bypass si sono trombizzati durante lo studio, di cui undici sono stati trattati, con una pervietà secondaria dell’89% (±3) a un mese, 79% (±4) a un anno, 73% (±5) a 3 anni e 65% (±7) a 5 anni. Un’amputazione maggiore è stata effettuata in 15 pazienti (18%), di cui 8 (10%) durante il periodo postoperatorio e 7 durante lo studio. ll tasso di salvataggio d’arto è stato del 90% (±3) a un mese, 85% (±4) a 1 anno, 81% (±4) a 3 anni e 78% (±5) a 5 anni. Fra tutti i fattori valutati, il materiale utilizzato per il bypass (p=0,03), il diametro della vena, così come la sua qualità, si sono rivelati fattori predittivi di pervietà del bypass femoro-peroniero (p=0,0003).
Conclusioni. Questi risultati sono paragonabili a quelli dei bypass femoro-tibiali riportati in Letteratura e, pertanto, incoraggiano la realizzazione dei bypass femoro-peronieri in tutti i pazienti con ischemia critica cronica degli arti inferiori, utilizzando preferibilmente la vena autologa, quando disponibile e di buona qualità.

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