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CASO CLINICO   

Il Giornale Italiano di Radiologia Medica 2018 Novembre-Dicembre;5(6):752-6

DOI: 10.23736/S2283-8376.18.00130-4

Copyright © 2018 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Italiano

Cisti del canale di Nuck: valutazione con ecografia e risonanza magnetica

Mariangela CARBONE , Mariantonietta MONTEDURO, Emanuela LACALENDOLA, Laura MAPPA, Rocco VIRELLI, Amato A. STABILE IANORA

Sezione di Radiologia, Dipartimento Interdisciplinare di Medicina, Università degli Studi di Bari/Policlinico, Bari, Italia


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La cisti del canale di Nuck è una rara causa di tumefazione inguinale nelle donne, dovuta ad un’incompleta obliterazione del canale di Nuck, residuo di un’evaginazione peritoneale associata al ligamento rotondo, corrispondente al processo peritoneo-vaginale dell’uomo. Una donna di 28 anni è giunta alla nostra osservazione per algie addominali diffuse e tumefazione nella regione inguinale destra, parzialmente riducibile alla palpazione. L’indagine ecografica mostrava una lesione cistica allungata, multiloculata, a contenuto anecogeno, che non si modificava durante le manovre dinamiche e non mostrava segnale vascolare all’Eco-color-Doppler, compatibile con idrocele o cisti del canale di Nuck. La risonanza magnetica ha permesso di confermare l’assenza di una comunicazione con la cavità peritoneale, fondamentale ai fini del corretto management. La diagnosi di patologie del canale di Nuck non è semplice per la loro rarità e necessita di una diagnosi differenziale con le più frequenti cause di tumefazione inguinale nella donna, prima fra tutte l’ernia inguinale. L’ecografia rappresenta il primo e talora l’unico esame ai fini della caratterizzazione di tale lesione, potendosi avvalere anche di prove dinamiche che ne consentono una valutazione delle eventuali variazioni morfologiche e di contenuto. In casi dubbi e ai fini di un planning preoperatorio si può procedere ad una valutazione mediante risonanza magnetica. Il medico radiologo deve conoscere e caratterizzare accuratamente le alterazioni del canale di Nuck, soprattutto nei casi in cui persiste la beanza del dotto a livello della porzione prossimale, per il rischio di erniazione e strozzamento degli organi addomino-pelvici.


KEY WORDS: Ultrasonography - Magnetic resonance imaging - Groin - Testicular hydrocele

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