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NOVITÀ NEL CARCINOMA RENALE
Minerva Urologica e Nefrologica 2011 September;63(3):227-36
Copyright © 2011 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese
Ablazione a radiofrequenza per il trattamento delle piccole masse renali: sicurezza ed efficacia oncologica
Joniau S. 1, Tsivian M. 2, Gontero P. 3 ✉
1 Department of Urology, University Hospitals Leuven, Leuven, Belgium; 2 Division of Urology, Department of Surgery, Duke University Medical Center, Durham, NC, USA 3 Department of Urology, University of Turin, Turin, Italy
Il successo dell’introduzione dell’ablazione a radiofrequenza (RFA) in diversi campi chirurgici ha alimentato l’interesse della comunità urologica verso lo studio della sua applicazione per le piccole masse renali (SRM). Permangono tuttavia alcune controversie in merito alla sua efficacia oncologica. Nel presente articolo, passiamo in rassegna la percentuale di complicazioni ed evidenziamo il successo ablativo locale e i risultati oncologici a lungo termine delle recenti serie più ampie di RFA. Una review della letteratura recente (Medline dal 2003 al dicembre 2009 con i termini (“ablazione a radiofrequenza” O “ablazioni con catetere”) E (“carcinoma a cellule renali” O “tumore renale” O “massa renale” O “carcinoma renale” O “ tumore del rene”). Dodici studi sulla RFA, compresi un minimo di 35 tumori trattati che riguardano 717 pazienti, sono stati identificati e analizzati per analizzare la percentuale di successo dell’ablazione locale e le complicanze. Le complicazioni riportate sono state classificate in base al sistema di Dindo-Clavien. Altri cinque studi rappresentanti 172 pazienti sono stati individuati per valutare i risultati oncologici a lungo termine. Il rapporto finale di patologia ha rivelato che, in 8 su 12 studi di RFA valutabili, l’82,3% di biopsie mostrano carcinomi a cellule renali (RCC). La percentuale di successo sull’ablazione locale, a seguito di una prima sessione di RFA, variava dal 67% al 100%. Tuttavia, accettando un 8.8% di ablazioni ripetute, la percentuale conclusiva di successo è stata di 89,7-100%, con 7 su 12 studi dimostranti il successo finale dell’ablazione in >95%. Questi risultati dimostrano che la RFA è in grado di raggiungere un adeguato controllo locale del tumore, indipendentemente dall’istologia. Il rischio di complicanze è stato del 13,2%. Tra le complicanze, il 10% sono state minori (grado I o II), mentre solo il 3,2% sono state complicanze maggiori (grado ≥III). Sono stati identificati cinque articoli che descrivono il risultato oncologico ad un minimo di 53 mesi di distanza (range 53-61,2). La sopravvivenza libera da progressione, la sopravvivenza cancro-specifica e la sopravvivenza generale variavano rispettivamente da 79,9% a 93,8%, da 98% a 100% e da 58,3% a 85%. La presente review della letteratura conferma che l’RFA è in grado di garantire un durevole controllo locale del tumore e ottimi risultati oncologici a lungo termine. Tuttavia, per ottenere questo, deve essere accettata una frequenza di ablazione ripetuta dell’8,8%. La percentuale di complicanze è bassa, con un 10% di grado I-II e solo un 3,2% di grado >III. Queste osservazioni rendono la RFA un’alternativa interessante alla chirurgia nei pazienti anziani o con comorbidità.