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Minerva Urologica e Nefrologica 2004 September;56(3):249-57
Copyright © 2004 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese
Epidemiologia e significato clinico delle infezioni da virus epatotropi nei pazienti sottoposti a dialisi: un aggiornamento
Fabrizi F. 1, 2, Bunnapradist S. 2, Lunghi G. 3, Aucella F. 4, Martin P. 2
1 Nephrology and Dialysis Division Maggiore Hospital, IRCCS, Milan, Italy 2 Center for Liver and Kidney Diseases and Transplantation Cedars-Sinai Medical Center UCLA School of Medicine, Los Angeles, CA, USA 3 Hygiene Institute, Maggiore Hospital IRCCS, Milan, Italy 4 Nephrology Division General Hospital S. Giovanni Rotondo, IRCCS, Italy
L’infezione da virus dell’epatite C è frequente tra i pazienti sottoposti a dialisi a lungo termine nei Paesi industrializzati e nei Paesi in via di sviluppo. L’analisi della storia naturale dell’infezione da virus dell’epatite C nella popolazione dei pazienti in dialisi non è agevole; tuttavia, studi recenti hanno dimostrato che la positività agli anticorpi anti-HCV rappresenta un fattore di rischio significativo e indipendente per la mortalità tra i pazienti sottoposti a dialisi. Alcune meta-analisi condotte recentemente hanno dimostrato che la monoterapia iniziale con interferone è efficace nel trattamento dell’epatite C di tipo cronico nei pazienti in dialisi, anche se la tolleranza alla monoterapia con interferone è piuttosto scarsa. Sono stati programmati studi multicentrici su larga scala di tipo prospettico circa l’utilizzo dell’interferone pegilato per il trattamento dell’epatite cronica da virus C. La frequenza dell’infezione da virus dell’epatite B nei pazienti sottoposti a dialisi di mantenimento nei Paesi industrializzati è bassa, ma non trascurabile; la sieropositività persistente per l’antigene di superficie del virus dell’epatite B è molto più elevata nei Paesi meno sviluppati. Studi recenti hanno dimostrato che la sieropositività per l’antigene di superficie del virus dell’epatite B e il DNA del virus dell’epatite B costituisce un fattore predittivo indipendente e significativo per la disfunzione epatocellulare nei pazienti sottoposti a dialisi. Non sono state osservate differenze significative nei tassi di morbilità e mortalità tra i pazienti in dialisi, sulla base della positività sierologica all’antigene di superficie del virus dell’epatite B. Dati preliminari suggeriscono che la lamivudina è un farmaco sicuro ed efficace nei pazienti sottoposti a dialisi a lungo termine.