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Minerva Urologica e Nefrologica 2004 March;56(1):79-87
Copyright © 2004 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese, Italiano
Nuove opzioni terapeutiche nell’iperattività detrusoriale refrattaria su base neurogena
Giannantoni A. 1, Mearini E. 1, Di Stasi S. M. 2, Costantini E. 1, Zucchi A. 1, Mearini L. 1, Fornetti P. 1, Del Zingaro M. 1, Navarra P. 1, Porena M. 1
1 Department of Urology University of Perugia, Perugia, Italy 2 Department of Urology Tor Vergata University, Rome, Italy 3 Institute of Pharmacology Catholic University, Rome, Italy
Obiettivo. Il trattamento attuale dell’iperattività detrusoriale si basa sull’impiego di farmaci anticolinergici. Tali agenti causano spesso effetti collaterali sistemici tali da indurre a utilizzare dosaggi ridotti e sono quindi insufficienti per la risoluzione del problema. Recentemente sono stati impiegati nuovi agenti terapeutici mediante differenti modalità, che prevedono la diretta immissione del farmaco all’interno della vescica. Nel presente studio viene riportata l’esperienza personale degli Autori nella terapia dell’iperattività detrusoriale neurogena mediante somministrazione intravescicale di sostanze vanilloidi e mediante infiltrazione intradetrusoriale della tossina botulinica A. In particolare, sono stati valutati e messi a confronto gli effetti clinici e urodinamici conseguenti a tali trattamenti in un follow-up a lungo termine, allo scopo di individuare valide opzioni terapeutiche nei pazienti che non rispondono alle terapie farmacologiche convenzionali.
Metodi. Sono stati valutati 75 pazienti mielolesi con iperattività detrusoriale refrattaria. Trentacinque pazienti sono stati sottoposti a ripetute instillazioni endovescicali di resiniferatossina (RTX) disciolta in soluzione salina normale, 40 pazienti sono stati sottoposti a multiple infiltrazioni intra-detrusoriali di tossina botulinica A (300 U in 30 ml di soluzione fisiologica per singolo trattamento). Le valutazioni cliniche e urodinamiche sono state eseguite prima e dopo il trattamento, a 6, 12 e 24 mesi di distanza.
Risultati. Con entrambi i trattamenti, nel corso del follow-up, sono stati riscontrati una significativa riduzione della frequenza giornaliera dei cateterismi intermittenti e degli episodi di incontinenza urinaria e un significativo incremento del volume soglia di comparsa delle contrazioni detrusoriali non inibite e della massima capacità cistomanometrica. Nessuno dei 2 trattamenti causava effetti collaterali loco-regionali. La terapia con utilizzo di tossina botulinica A determinava, tuttavia, un miglioramento significativamente maggiore di tutti i parametri clinici e urodinamici valutati e induceva, inoltre, una riduzione significativa della pressione massima delle contrazioni detrusoriali non inibite nel corso dell’intero follow-up.
Conclusioni. Le terapie intravescicali mediante impiego di RTX o tossina botulinica A determinano benefici effetti clinici e urodinamici in pazienti affetti da iperattività detrusoriale neurogena e consentono il recupero della continenza urinaria nella maggior parte dei pazienti trattati. Dal confronto tra i 2 agenti farmacologici emerge che la tossina botulinica A risulta maggiormente efficace in termini sia clinici che urodinamici nella terapia dell’iperattività detrusoriale neurogena.