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Minerva Urologica e Nefrologica 2004 March;56(1):65-72

Copyright © 2004 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Inglese

Linee-guida per la diagnosi e il trattamento del carcinoma superficiale della vescica

Oosterlinck W.

Department of Urology University Hospital, Gent, Belgium


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Questo lavoro presenta una review delle linee-guida dell’Associazione Europea di Urologia riguardo ai tumori della vescica e fornisce nuovi dati, disponibili a partire dal 2001. Viene sottolineata l’importanza dei dati basati sull’evidenza e vengono esplicitamente segnalati i settori in cui le ricerche condotte non sono ancora sufficienti per fornire chiare raccomandazioni cliniche.
L’impiego dell’uretrografia per via endovenosa è necessario solamente nei tumori di grado 3. È fondamentale eseguire un’accurata resezione transuretrale, prelevando un campione contenente tessuto muscolare. Le biopsie multiple con criterio casuale sono necessarie unicamente quando l’esame citologico delle urine è positivo oppure quando vi è il sospetto di un tumore in situ. La variabilità nell’interpretazione del dato anatomopatologico rappresenta tuttora un problema irrisolto, anche dopo la classificazione dell’OMS del 1998. Un’ulteriore analisi del campione anatomopatologico sembra essere indicata nei casi in cui è stata pianificata una terapia di tipo aggressivo oppure quando vi è una discrepanza tra il reperto microscopico e la patologia. Il giudizio visivo degli urologi nei carcinomi superficiali della vescica è molto accurato.
Una seconda resezione è indicata in tutti i casi in cui è stata prelevata una quantità insufficiente di tessuto e nei tumori di grado T1 G3.
La scelta della modalità di trattamento dipende in larga misura dai parametri prognostici. Per quanto riguarda il tasso di recidiva, il fattore più importante è rappresentato dalla localizzazione multipla del tumore, seguito dal volume della massa neoplastica, dal grado e dalla categoria T. Per quanto riguarda la progressione del tumore, i fattori più importanti sono rappresentati dal grado di anaplasia e dalla categoria T. Una percentuale che raggiunge il 50% dei tumori di grado T1 G3 e dei tumori in situ è considerata di tipo invasivo.
Persino i tumori a basso rischio presentano ancora un elevato tasso di recidiva, pari almeno al 20%/anno nel corso dei primi anni dopo la diagnosi. Un’instillazione di agenti chemioterapici immediatamente dopo la resezione transuretrale è indicata nei tumori superficiali della vescica a rischio basso e a rischio intermedio.
La chemioterapia intravescicale previene le recidive, ma non la progressione neoplastica. Il dosaggio ottimale e la tempistica dell’instillazione non sono ancora stati opportunamente definiti. La terapia a lungo termine non è considerata utile. La terapia con il bacillo di Calmette-Guerin è indicata in tutti i tumori a rischio elevato di progressione. Nei tumori ad alto rischio di recidiva si ritiene che essa sia anche più efficace della chemioterapia intravescicale, sebbene i suoi effetti collaterali siano più pronunciati. Gli effetti collaterali locali oppure sistemici non sono correlati all’efficacia; inoltre la loro incidenza non aumenta nel tempo. La durata ottimale della terapia con il bacillo di Calmette-Guerin non è ancora stata individuata. Tuttavia, risulta evidente che è necessario un qualche tipo di terapia di mantenimento, se si vuole ottenere un risultato accettabile. È verosimile che la terapia con il bacillo di Calmette-Guerin non sia efficace in tutti quei tumori che mostrano una recidiva tra i 3 e i 6 mesi, nonostante la terapia sia in corso. Una dose di un terzo sembra essere parimenti efficace di una dose completa di bacillo di Calmette-Guerin.

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