![]() |
JOURNAL TOOLS |
Opzioni di pubblicazione |
eTOC |
Per abbonarsi |
Sottometti un articolo |
Segnala alla tua biblioteca |
ARTICLE TOOLS |
Estratti |
Permessi |
Share |


I TUOI DATI
I TUOI ORDINI
CESTINO ACQUISTI
N. prodotti: 0
Totale ordine: € 0,00
COME ORDINARE
I TUOI ABBONAMENTI
I TUOI ARTICOLI
I TUOI EBOOK
COUPON
ACCESSIBILITÀ
ARTICOLI ORIGINALI
Minerva Urologica e Nefrologica 2001 December;53(4):179-83
Copyright © 2001 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Italiano
Incidenza e terapia dell’incontinenza urinaria postprostatectomia. Nostra esperienza
Fischetti G., Cuzari S., De Martino P., Musy M., Valentini M. A., Fraioli A., Morello P., Mariani S.
Università degli Studi «La Sapienza» - Roma Dipartimento di Urologia «U. Bracci» Policlinico Umberto I
Obiettivo. Valutare l’incidenza dell’incontinenza urinaria postprostatectomia ai fini della scelta di metodiche terapeutiche il meno invasive possibili e al tempo stesso efficaci per il completo recupero della continenza urinaria.
Metodi. Tra il 1992 e il 2000 sono stati studiati ventiquattro pazienti con diagnosi di incontinenza urinaria postprostatectomia retropubica. La sintomatologia riferita da tutti i pazienti valutati è stata l’incapacità a trattenere le urine, con la conseguente fuoriuscita delle stesse, durante lo svolgimento di attività che provocavano l’aumento della pressione addominale (starnuti, sollevamento di pesi). Tali soggetti sono stati sottoposti ad esame urodinamico e il grado di incontinenza è stato inoltre definito in base al numero di eventuali pannolini utilizzati durante l’arco della giornata (lieve 0-1; medio 2-3, grave >3). Il follow-up medio è stato di tre anni e otto mesi.
Risultati. Venti dei ventiquattro pazienti (83%) presentavano un’incontinenza da stress, due (8,5%) un’incontinenza da urgenza e due (8,5%) un’incontinenza di tipo misto. Diciotto pazienti (36%) riferivano un’incontinenza precoce lieve risoltasi spontaneamente in tre-sei mesi. Sei pazienti (12%) riportavano un’incontinenza totale che a distanza di dodici mesi non ha subito remissione; di questi, quattro hanno riottenuto la continenza con la riabilitazione perineale, mentre i restanti due, visto il fallimento della riabilitazione, sono stati costretti ad indossare fino a tre pannolini al giorno.
Conclusioni. Fermo restando la necessità di una prostatectomia radicale anatomica, che offre la maggior possibilità di continenza postchirurgica, la riabilitazione perineale rappresenta la terapia di I livello sia per l’elevata percentuale di successo sia per la scarsa invasività, mentre l’utilizzo di uno sfintere AMS-800 rappresenta l’unica soluzione nelle forme d’incontinenza severe e refrattaria alle terapie meno invasive.