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Minerva Urologica e Nefrologica 2001 September;53(3):139-43
Copyright © 2001 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Italiano
Cateteri venosi centrali di Canaud: esperienza di oltre quattro anni
Cardelli R., D’Amicone M., Stramignoni E., Serra A., Biselli L., Grott G., Gurioli L., Manzione A. M., Priasca G. C.
USL 8 - Chieri (Torino) Ospedale Maggiore di Chieri UOA di Nefrologia e Dialisi
Obiettivo. L’utilizzo di cateteri venosi centrali quali accessi vascolari permanenti è divenuto sempre più frequente sia per le caratteristiche sia per le problematiche cliniche dei pazienti che si avviano o sono già in un programma di dialisi extracorporea.
In questo studio, si è valutato a breve e medio termine un catetere venoso centrale doppio permanente in vena giugulare interna, il catetere di Canaud, sia sotto il profilo della praticità operativa sia per quanto riguarda i problemi tecnici e clinici presentatisi.
Metodi. Durante il periodo di osservazione, 7/1995 - 9/1999, questi cateteri sono stati utilizzati in 39 pazienti, 22 femmine e 17 maschi, età media 72 anni, il 31% diabetici, il 46% con età > a 75 anni.
Risultati. I cateteri posizionati sono stati 45, la permanenza media di 347 giorni. L’utilizzo è stato quasi sempre immediato e il flusso sangue è risultato adeguato a tutte le tecniche depurative (flusso sangue ≥250 ml/m), con un ricircolo medio di 11,9% ed un indice di resistenza medio di 0,54.
Tra le complicanze maggiori dovute all’atto chirurgico c’è stato un arresto respiratorio con pieno recupero del paziente. Sono state osservate complicanze cliniche (5 trombosi venose) e tecniche: il 12% erano legate a problemi dell’adattatore, il 24,3% a trombosi reversibile dei cateteri. Le infezioni hanno interessato 23 cateteri in 22 pazienti.
Conclusioni. I cateteri di Canaud sembrano rappresentare a tutti gli effetti una valida alternativa ad altri cateteri più recenti come accesso vascolare definitivo. In caso di necessità, sono facilmente sostituibili per l’assenza di una cuffia sottocutanea.