Home > Riviste > Minerva Urology and Nephrology > Fascicoli precedenti > Minerva Urologica e Nefrologica 2001 March;53(1) > Minerva Urologica e Nefrologica 2001 March;53(1):7-11

ULTIMO FASCICOLO
 

JOURNAL TOOLS

Opzioni di pubblicazione
eTOC
Per abbonarsi
Sottometti un articolo
Segnala alla tua biblioteca
 

ARTICLE TOOLS

Estratti
Permessi
Share

 

ARTICOLI ORIGINALI   

Minerva Urologica e Nefrologica 2001 March;53(1):7-11

Copyright © 2001 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Italiano

Terapia a lungo termine dell’ipertrofia prostatica benigna (La nostra esperienza)

Costantino G., Clementi G., Matera M.

Università degli Studi - Catania Dipartimento di Farmacologia Sperimentale e Clinica


PDF


Obiettivo. Dal giugno 1992 è stato iniziato uno studio clinico non randomizzato in soggetti affetti da ipertrofia prostatica benigna, allo scopo di valutare l’efficacia e gli eventuali effetti collaterali di una terapia medica a lungo termine (4 anni) in pazienti ad alto rischio operatorio o che rifiutavano coscientemente l’intervento chirurgico.
Metodi. Sono stati arruolati 239 pazienti, di cui 118 con grave patologia cardiaca, 37 affetti da gravi disturbi neurologici, 29 da malattie neoplastiche e 55 per loro volontà. Ogni soggetto è stato controllato semestralmente con esami ecografici, uroflussometria, esami ematologici generali e PSA. I pazienti sono stati divisi in 3 gruppi e trattati con finasteride, mepartricina, alfuzosina, doxazosina. L’arruolamento si è concluso nel dicembre 1995 e il follow-up si è protratto fino al dicembre 1999.
Risultati. I risultati ottenuti sono apparsi soddisfacenti sia per l’efficacia del trattamento che per la tollerabilità in oltre il 50% dei pazienti; non si sono registrati danni alla funzione epato-renale né alterazioni ematologiche o della coagulabilità ematica.
Conclusioni. Riteniamo che la terapia a lungo termine dell’ipertrofia prostatica benigna sia dotata di un’elevata sicurezza ed efficacia, indipendentemente dal farmaco utilizzato, e che tale approccio farmacologico può essere applicato non solo nei soggetti ad alto rischio operatorio ma anche in quelli non portatori di complicazioni patologiche che desiderino ritardare l’intervento chirurgico.

inizio pagina