![]() |
JOURNAL TOOLS |
Opzioni di pubblicazione |
eTOC |
Per abbonarsi |
Sottometti un articolo |
Segnala alla tua biblioteca |
ARTICLE TOOLS |
Estratti |
Permessi |
Share |


I TUOI DATI
I TUOI ORDINI
CESTINO ACQUISTI
N. prodotti: 0
Totale ordine: € 0,00
COME ORDINARE
I TUOI ABBONAMENTI
I TUOI ARTICOLI
I TUOI EBOOK
COUPON
ACCESSIBILITÀ
ARTICOLI ORIGINALI
Minerva Urologica e Nefrologica 2000 December;52(4):189-93
Copyright © 2000 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Italiano
Anomalie dell’epididismo nel criptorchidismo e nella persistenza del dotto peritoneo-vaginale
Messina M., Ferrucci E., Zingaro P., Garzi A., Meucci D., Ilardi A. A., Rini S. *, Corciulo A. M. *, Marrello S. **
Università degli Studi - Siena Cattedra di Chirurgia Pediatrica Presidio Osp. «F. Ferrari» - Casarano, Lecce * Divisione Chirurgia Pediatrica ** Ospedale Civile Annunziata - Cosenza
Obiettivo. L’incidenza percentuale delle alterazioni morfologiche del sistema duttale nella sindrome del criptorchidismo è stata diversamente riportata in Letteratura (36-75%). Tuttora sconosciuti restano i meccanismi eziopatogenetici che a tali alterazioni conducono e dibattuta è la loro correlazione con la migrazione testicolare nello scroto e con la regressione del dotto peritoneo-vaginale. In uno studio multicentrico di tipo prospettico, abbiamo documentato l’anatomia delle vie seminali in 566 bambini, sottoposti ad esplorazione chirurgica inguinale o scrotale per scroto acuto (gruppo A, di «controllo»), per criptorchidismo (gruppo B), e per quadri di pervietà del dotto peritoneo-vaginale (gruppo C), per un totale di 726 testicoli.
Metodi. Sulla base della configurazione anatomica, i testicoli esplorati sono stati suddivisi in tre gruppi:
— quadro di normalità (tipo I);
— anomalie di sospensione (tipo II);
— anomalie di ostruzione (tipo III).
La prevalenza delle suddette configurazioni anatomiche nei vari gruppi è stata valutata statisticamente con il test del «c2».
Risultati. Dai dati emerge una prevalenza significativa (p£0,01) delle gravi anomalie di ostruzione del sistema duttale (tipo III) nei bambini affetti da criptorchidismo (gruppo B) ed in quelli con pervietà del processo vaginale (gruppo C). Questi risultati giustificano, dunque, l’ipotesi di una stretta interazione tra il processo embriologico di migrazione del testicolo nello scroto e quello di sviluppo delle vie seminali; quest’ultimo, inoltre, sembrerebbe correlato anche alla regressione del dotto peritoneo vaginale.
Conclusioni. Pertanto, sulla base del nostro studio, le alterazioni morfologiche del sistema duttale, per la loro incidenza e gravità, potrebbero condizionare la fertilità nei soggetti con criptorchidismo.