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ARTICOLI ORIGINALI   

Minerva Urologica e Nefrologica 1999 December;51(4):211-5

Copyright © 2000 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Italiano

Fistole artero/venose per emodialisi (La trasposizione della vena cefalica nella nostra esperienza)

Chiti E. 1, Ercolini L. 1, Mancini G. 2, Terreni A. 1, Dorigo W. 1, Bandini S. 2, Pratesi C. 1, Salvadori M. 2

1 Università degli Studi - Firenze, U. O. e Cattedra di Chirurgia Vascolare 2 Azienda Ospedaliera Careggi - Firenze, U. O. di Nefrologia, Dialisi e Trapianto


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Obiettivo. L’accesso chirurgico per emodialisi si è notevolmente evoluto nel corso degli anni. Dal 1966 possiamo contare su una tecnica di fistola diretta fra arteria e vena, proposta da Cimino e da Brescia, che resiste al tempo essendo considerata ancora oggi il migliore accesso vascolare. Una sua “variante” è rappresentata dalla trasposizione della vena cefalica. Abbiamo voluto verificare questa tecnica di costruzione della fistola in un unico tempo chirurgico.
Metodi. Si tratta di uno studio prospettico e randomizzato su 23 pazienti operati di prima fistola nel 1998, con follow up medio di 10 mesi studiati con ecocolordoppler per la verifica della pervietà della fistola, del suo diametro e della velocità del flusso nell’arteria, nella vena e in prossimità dell’anastomosi.
Risultati. La fistola è risultata funzionante in tutti i casi (15 maschi e 8 femmine) ed è stata utilizzata per la dialisi dopo circa 3 settimane. Non si sono avute complicanze né precoci né tardive nei casi esaminati. Il diametro medio è stato di 1.2 cm con velocità media di 1.8 m/sec, nell’arteria la velocità media è risultata pari a 2.3 m/sec e nella vena a 1.1m/sec.
Conclusioni. L’aumento della vita media anche per pazienti critici quali coloro che presentano un’insufficienza renale cronica ci deve imporre di ricercare e confermare strategie che siano in grado di migliorare la vita stessa. La tecnica della trasposizione della vena cefalica permette di poter contare sui lati positivi delle fistole dirette anche per quei pazienti nei quali saremmo dovuti ricorre all’uso di materiale protesico.

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