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Minerva Chirurgica 2009 April;64(2):197-203

Copyright © 2009 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Italiano

Trattamento dei disturbi funzionali dopo la chirurgia retto-anale: efficacia della riabilitazione del pavimento pelvico

Corno F. 1, Volpatto S. 1, Borasi A. 1, Barberis A. 1, Mistrangelo M. 2

1 I Clinica Chirurgica Azienda Ospedaliero-Universitaria S. Giovanni Battista di Torino, Torino, Italia 2 II Clinica Chirurgica Azienda Ospedaliero-Universitaria S. Giovanni Battista di Torino, Torino, Italia


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Obiettivo. Presso il Centro di Riabilitazione del Pavimento Pelvico dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria S. Giovanni Battista (Torino) vengono ordinariamente trattati i disturbi funzionali dell’alvo. Dall’aprile 2007 al maggio 2008 sono stati trattati 147 pazienti, di cui 44 (30%) erano stati precedentemente sottoposti ad un intervento di chirurgia retto-anale. Lo scopo del nostro studio consiste nel valutare la risposta dei pazienti affetti da stipsi e/o incontinenza fecale, precedentemente sottoposti ad interventi di chirurgia retto-anale, alla terapia riabilitativa del pavimento pelvico, con l’obiettivo di un recupero funzionale (anche solo parziale) che permetta a loro un miglioramento della qualità di vita.
Materiali. I 44 pazienti sono stati complessivamente suddivisi nei seguenti gruppi: pazienti affetti da incontinenza fecale (N.=25), ulteriormente suddivisi in due sottogruppi definiti rispettivamente A (N.=10, in cui vi è stato un coinvolgimento diretto dell’apparato sfinterico del canale anale durante l’intervento) e B (N.=15, senza coinvolgimento dell’apparato sfinterico), pazienti affetti da stipsi (N.=12) e pazienti con disturbi misti stipsi/incontinenza (N=7, ulteriormente suddivisi secondo la prevalenza del disturbo in 2 con incontinenza e 5 con stipsi). Per il confronto dei risultati pre- e post-trattamento sono state impiegati due tipi di valutazioni: una valutazione clinica, mediante l’utilizzo del Wexner score per incontinenza e stipsi; 2) una valutazione strumentale, mediante l’esecuzione della manometria rettale per i pazienti con incontinenza fecale (con eventuale ecografia trans-anale per dimostrare il danno anatomico nei sottogruppi in cui vi può essere stato un interessamento dell’apparato sfinterico) e defecografia per i pazienti con stipsi (eventuale Rx transito per escludere cause coliche di stipsi).
Risultati. I pazienti con incontinenza che abbiamo classificato come severa si sono ridotti da 8 a 1 (-87,5%), mentre nel caso di incontinenza moderata si è passati da 8 a 4 pazienti (-50%); 20 pazienti su 25 presentano disturbi di grado lieve a fine trattamento. Non sembra invece esservi differenza di risposta al trattamento tra i due sottogruppi di pazienti con incontinenza fecale. Un risultato analogo è stato ottenuto nei pazienti con stipsi. Considerando anche il disturbo misto a prevalenza di stipsi, al termine del trattamento non vi sono casi classificati come severi, mentre i casi con disturbo moderato sono dimezzati, passando da 13 a 7 (-54%).
Conclusioni. I risultati dimostrano che i pazienti con incontinenza fecale e stipsi che hanno subito un intervento di chirurgia retto-anale, quando sufficientemente motivati, rispondono bene al trattamento riabilitativo.

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