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ARTICOLI ORIGINALI   

Minerva Chirurgica 2009 April;64(2):189-96

Copyright © 2009 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Inglese

Evoluzione dell’emorroidectomia eseguita con la tecnica dei punti transfissi

Gaj F. 1, Trecca A. 2, Crispino P. 3

1 Department of General Surgery and Organ Transplantation Paride Stefanini Institute University of Rome “La Sapienza”, Rome, Italy 2 Endoscopy and Gastroenterology Unit “Fabio Di Giovambattista!” UEGO FdG, Rome, Italy 3 Department of Clinical Sciences University of Rome “La Sapienza”, Rome, Italy


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Obiettivo. Le tipologie di trattamento chirurgico della patologia emorroidaria attualmente disponibili sono molteplici. Gli Autori, partendo da un'originale interpretazione delle indicazioni al trattamento chirurgico delle emorroidi, basata sulla nuova classificazione della patologia definita PATE 2006, presentano i risultati relativi all'evoluzione dell'emorroidectomia eseguita con la tecnica dei punti transfissi (TPT).
Metodi. Un totale di 50 pazienti, 30 di sesso maschile e 20 di sesso femminile, con diagnosi di emorroidi di III-IV grado, sono stati sottoposti ad emorroidectomia con la TPT, che è consistita nell'apporre due fili di sutura (Monofil®) per ciascun nodulo. Il follow-up dei pazienti è durato sei mesi dopo l'intervento chirurgico.
Risultati. Lo score medio, in accordo con la classificazione PATE 2006, dopo l'intervento chirurgico era significativamente ridotto in tutti i pazienti rispetto allo score medio iniziale (23,7 versus 7,2, P<0,01). Il valore dello score medio relativo alle complicanze precoci era 4,8, mentre quello relativo le complicanze tardive era 2,2. Gli autori hanno rilevato una riduzione dello score relativo al dolore riferito dopo 24 e 96 ore dall'intervento chirurgico (3 versus 1,4, P=0,05). Soltanto al 26% dei pazienti sottoposti ad emorroidectomia con la nuova TPT sono stati somministrati farmaci anti-infiammatori non-steroidei. Il tasso di recidiva è stato soltanto del 2%.
Conclusioni. La TPT, eseguita con la nuova tecnica, permettere di ottenere migliori risultati rispetto alle precedenti opzioni chirurgiche, riducendo l'incidenza della recidiva della malattia e delle complicanze infettive durante il periodo postoperatorio, riducendo quindi il tempo necessario per ritornare all'attività lavorativa.

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