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CASI CLINICI
Minerva Chirurgica 2007 February;62(1):69-72
Copyright © 2007 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Italiano
Complicanza tardiva dopo posizionamento colico di stent metallico autoespandibile. Caso clinico
Pericoli Ridolfini M. 1, Sofo L. 1, Di Giorgio A. 1, Gourgiotis S. 2, Di Miceli D. 1, Alfieri S. 1, Doglietto G. B. 1
1 Unità di Chirurgia Digestiva Dipartimento di Scienze Chirurgiche Università Cattolica del Sacro Cuore Policlinico A. Gemelli, Roma, Italy 2 Division of General Surgery and Oncology Royal Liverpool University Hospital, Liverpool, UK
Il trattamento della stenosi acuta neoplastica colorettale, mediante l’impiego delle endoprotesi metalliche autoespandibili, è una valida tecnica sia come mezzo palliativo sia come trattamento decompressivo prima di una chirurgia definitiva. In quest’ultimo caso, il paziente può beneficiare di un periodo di tempo necessario al ripristino delle condizioni cliniche ottimali per essere poi sottoposto a un intervento chirurgico resettivo. È una procedura poco invasiva, relativamente semplice, e che evita il confezionamento di una stomia decompressiva, eliminando così il disagio fisico e psicologico che la stomia stessa può creare, contribuendo, pertanto, al miglioramento della qualità di vita. Inoltre, questa metodica, ha anche un vantaggio in termini di costi. Sulla base delle precedenti esperienze nelle stenosi biliari benigne, l’impiego degli stent metallici è stato esteso anche al trattamento delle patologie benigne colorettali (stenosi diverticolare, anastomotica, endometriosica). Le complicanze secondarie al posizionamento degli stent metallici autoespandibili possono verificarsi durante e poco dopo la procedura (complicanze immediate) o, raramente, a distanza di tempo (complicanze tardive). Queste includono il sanguinamento, la riocclusione, il dolore, il tenesmo, la dislocazione dello stent e la perforazione.
Gli Autori presentano il caso di una paziente di 81 anni con un carcinoma inoperabile del retto con metastasi epatiche, sottoposta a trattamento palliativo mediante il posizionamento di uno stent metallico. Un mese dopo la procedura la paziente si presentava al Pronto Soccorso con un quadro di addome acuto. La diagnosi era di perforazione rettosigmoidea tardiva da stent.