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CASI CLINICI
Minerva Chirurgica 2003 August;58(4):629-34
Copyright © 2003 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Italiano
Il ruolo della terapia chirurgica nel microcitoma dell’esofago. Esperienza di tre casi clinici ed analisi dei risultati
Brega-Massone P. P., Conti B., Lequaglie C., Ferro F., Cataldo I.
Il microcitoma dell'esofago è una neoplasia poco frequente. La sua prima descrizione, effettuata da McKeown, risale al 1952 e da allora sono stati descritti approssimativamente 200 casi. A causa della sua similarità con il carcinoma a piccole cellule del polmone, il trattamento da adottare nel caso di questo tipo di tumore appare ancora oggi controverso. Presso il nostro Istituto sono stati trattati per carcinoma a piccole cellule dell'esofago 3 pazienti. Tutti i soggetti furono sottoposti a esofagectomia subtotale con esofagogastroanastomosi per via laparotomica mediana e toracotomica. Istologicamente il tumore fu classificato come puro in un soggetto e misto negli altri due. Nei primi 2 pazienti, classificati allo stadio I e II, la chirurgia fu l'unico presidio terapeutico attuato. Tali soggetti sono attualmente viventi e liberi da malattia a 219 mesi dall'intervento il primo e a 193 mesi l'altro. Il terzo paziente, classificato allo stadio III, eseguì chemioterapia adiuvante, ma la malattia si ripresentò sia a livello locoregionale sia a distanza dopo 11 mesi. Il paziente effettuò un trattamento chemioterapico di seconda linea, ma decedette 24 mesi dopo l'intervento. La sopravvivenza registrata nei nostri 2 pazienti è la più lunga descritta con sola chirurgia. La nostra esperienza sembra dimostrare che l'ottenimento della diagnosi precoce e l'esecuzione di una resezione chirurgica radicale possano consentire il raggiungimento di una prognosi a distanza anche in presenza di una neoplasia particolarmente aggressiva.