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ARTICOLI ORIGINALI   

Minerva Chirurgica 2003 February;58(1):93-6

Copyright © 2003 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Italiano

Chirurgia e riabilitazione delle lesioni dei tendini flessori in zona 1 e 2

Coppolino S., Lupo F., Quatra F., Colonna M. R., Merrino T., Ruggeri F., Risitano G., Galeano M.


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Obiettivo. La prevenzione dell'insorgenza di aderenze cicatriziali che impediscano lo scorrimento dei tendini si basa sul concetto di «mobilizzazione precoce». Questo approccio, comunque, non sempre assicura la riuscita del trattamento.
Metodi. Presso il Policlinico Universitario di Messina, nel periodo compreso tra il dicembre del 1993 ed il gennaio 2000 sono stati trattati 75 pazienti per un numero complessivo di 98 tendini flessori della mano. Abbiamo avuto modo di esaminare a distanza 25 pazienti, per un numero totale di 26 tendini. Diciassette lesioni interessavano la zona 2 e nove la zona 1. Per la riparazione è stata generalmente utilizzata la sutura di Kessler modificata. Tutte le riparazioni sono state seguite da un adeguato protocollo di mobilizzazione precoce. In 9 pazienti è stato adottato quello proposto da Kleinert (estensione attiva/flessione passiva), nei restanti 16 è stato utilizzato lo schema proposto da Risitano e Savage (estensione attiva/flessione attiva).
Risultati. Il follow-up minimo è stato di 12 mesi.Vengono presentati i risultati con una valutazione eseguita per le lesioni in zona 1 secondo lo schema proposto da Strickland e quello proposto da Elliot. Per la zona 2 sono stati utilizzati il TAM (total active motion) e la valutazione di Strickland.
Conclusioni. La tecnica di sutura ed il protocollo di riabilitazione scelto non hanno influenzato i risultati, ma sono state effettuate alcune osservazioni sui vantaggi rispettivi e le indicazioni dei due metodi.

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