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REVIEW   

Minerva Chirurgica 2002 October;57(5):543-60

Copyright © 2002 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Inglese

The current status and future outlook of intestinal transplantation

Abu-Elmagd K., Bond G.


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In tempi recenti, il trapianto intestinale, quello combinato di fegato e intestino, e il trapianto multiviscerale hanno ricevuto l'approvazione da parte dell'American Health Care Financing Administration (HCFA) quale terapia standard per i pazienti che soffrono di insufficienza intestinale irreversibile. Questa decisione venne basata su un'esperienza clinica decennale, che dimostrava un miglioramento globale della sopravvivenza a distanza dei pazienti trattati. Prima dell'introduzione del tacrolimus, l'intera esperienza a livello mondiale era gravata da reazioni di rigetto incontrollato, di malattia dell'impianto contro l'ospite (GVHD) e da infezioni con esito fatale. Questi ostacoli, allora ritenuti insuperabili, traevano origine dalla imponente massa di tessuto linfatico intestinale e dalla importante carica batterica presente nel lume intestinale, cui si sommava l'assenza di un'efficace terapia immunosoppressiva e antimicrobica.
Con la comparsa del trapianto di intestino tenue e del trapianto multiviscerale nel 1990, molteplici fattori, al di là dell'introduzione del tacrolimus nell'impiego clinico, hanno sostenuto e incrementato questi sforzi, ivi inclusi i progressi nelle tecniche chirurgiche e nell'assistenza postoperatoria. Il risultato più importante, tuttavia, è stato ottenuto attraverso il controllo effettivo della reazione di rigetto e il trattamento delle infezioni opportunistiche potenzialmente letali.
Questo lavoro pone in evidenza le procedure attualmente impiegate, le tecniche chirurgiche e l'assistenza postoperatoria in tre differenti tipi di trapianto intestinale. Inoltre, vengono definite nuove strategie per superare alcuni dei problemi tuttora esistenti in campo immunologico e biologico, per far sì che questa nuova chirurgia possa divenire la forma di trattamento migliore per i pazienti costretti a una alimentazione parenterale totale.

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