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Minerva Chirurgica 2001 August;56(4):383-92
Copyright © 2001 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Italiano
Ruolo della interruzione sottofasciale delle vene perforanti per via endoscopica nella terapia delle ulcere flebostatiche. Fisiopatologia e diagnostica
Procaccini E., Ruggiero R., Scuderi V., Veneruso G., Zenone P., Feliciello A.
L'insufficienza venosa cronica è una patologia frequente ma i pazienti giungono spesso all'osservazione clinica solo nelle fasi più avanzate e francamente sintomatiche della malattia. In tale situazione oramai compromessa l'intervento terapeutico può unicamente mirare ad alleviare i sintomi talora invalidanti della malattia. Nella clinica dell'insufficienza venosa cronica l'ulcera flebostatica è un riscontro frequente nonché responsabile di ridurre notevolmente la qualità di vita dei pazienti. Il ruolo delle vene perforanti, rese reflussive da varie noxe patogene, nelle genesi delle lesioni ulcerose è nota da tempo. Per molti anni l'interesse sulla chirurgia delle vene perforanti si era ridotto a causa delle gravi sequele che tali interventi spesso comportavano. La possibilità di modificare l'emodinamica del compartimento delle vene perforanti senza provocare importanti complicanze postoperatorie grazie alla chirurgia videoassistita, ha riacceso il dibattito sul ruolo di questi vasi nell'insufficienza venosa cronica. La diagnostica non invasiva delle flebostasi utilizza tecniche d'immagine che nella maggior parte dei casi sono test economici, semplici e facilmente eseguibili e che rappresentano il miglior approccio iniziale al paziente. È opinione corrente che anche potendo contare su svariati esami più o meno complessi, le informazioni più utili possono ottenersi grazie a soli due esami: eco color-Doppler e, con qualche limite, la pletismografia. Con tale indirizzo diagnostico è possibile inquadrare al meglio la sede e la natura emodinamica della insufficienza venosa effettuando terapie più mirate.