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Minerva Chirurgica 1999 December;54(12):869-84

Copyright © 1999 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Italiano

Patologie disfagiche di competenza chirurgica [Esperienza di scuola (349 interventi chirurgici)]

Tosato P., Vasapollo L., Passaro U., Scocchera F., Carnevale L., Tosato M., Corsini F., Marano S., Palermo S., Paolini A., Fegiz G.


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Gli A. eseguono un'ampia revisione della propria esperienza chirurgica sulle malattie disfagiche dell'esofago (349 interventi). Emergono rilievi sui diversi orientamenti chirurgici nei diversi ambiti, alla luce dei propri risultati.
1) Diverticoli esofagei. Si ribadisce la necessità di un'attenta valutazione con manometria preoperatoria nei diverticoli cervicali ed epifrenici di eventuale spasmo sottodiverticolare che, se presente, deve indurre a miotomia sottodiverticolare di principio.
2) Acalasia esofagea e disturbo motorio intermedio. Si sottolinea la differenza fisiopatologica tra acalasia esofagea vera e disturbo motorio intermedio. Viene ridimensionato il ruolo della dilatazione nella acalasia vera per il notevole danno che un reflusso dovuto ad insuccesso del trattamento dilatante finirebbe col creare nel tempo. Atteggiamento più aperto alla dilatazione si deve avere invece in presenza di disturbo motorio intermedio.
L'utilità della manometria intraoperatoria nelle fasi di miotomia extramucosa con indicazione del completo azzeramento della barriera sfinteriale è indiscutibile ed evita il rischio di presistenza di malattia.
3) Stenosi non neoplastiche. Sulle stenosi non neoplastiche, primitive e secondarie l'esperienza maturata porta a una netta differenziazione tra quelle primitive (da caustici e da RGE primitivo o associato ad EJ) ove l'intervento tende ad esser il più conservativo possibile e quelle iatrogene (per lo più legate ad insuccesso della terapia dilatante o chirurgica dell'acalasia) in cui la particolare complessità anatomica della giunzione esofagogastrica in caso di reinterventi spinge spesso ad interventi più demolitivi di resezione esofago-gastrica o addirittura di esofagectomia subtotale.
4) Stenosi neoplastiche. I leiomiomi esofagei, pur rari numericamente, costituiscono chiara indicazione all'accesso toracoscopico, sempre che le dimensioni lo consentano. I cancri dell'esofago costituiscono in ambito esofageo problema di grande portata. Dopo ET la ricostruzione della continuità intestinale si ottiene con utilizzo dello stomaco e, più raramente, del colon. Nonostante l'alto tasso di non resecabilità per diffusione locoregionale fino a poco tempo fa un intervento chirurgico palliativo era comunque indispensabile per consentire al paziente di alimentarsi. L'introduzione di protesi autoespansibili, posizionabili endoscopicamente con facilità e difficilmente migrabili, ha portato una soluzione più idonea a questo problema.

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