Home > Riviste > Minerva Surgery > Fascicoli precedenti > Minerva Chirurgica 1999 November;54(11) > Minerva Chirurgica 1999 November;54(11):763-8

ULTIMO FASCICOLO
 

JOURNAL TOOLS

Opzioni di pubblicazione
eTOC
Per abbonarsi
Sottometti un articolo
Segnala alla tua biblioteca
 

ARTICLE TOOLS

Estratti
Permessi
Share

 

ARTICOLI ORIGINALI   

Minerva Chirurgica 1999 November;54(11):763-8

Copyright © 1999 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Italiano

I tumori retroperitoneali primitivi (Modalità di trattamento e fattori prognostici)

Boneschi M., Erba M., Cusmai F., Eusebio D., Miani S., Bortolani E. M.


PDF


Obiettivo. I Tumori Retroperitoneali Primitivi (TRP) sono costituiti da un gruppo eterogeneo di neoplasie maligne di origine mesenchimale e neuroectodermica che rappresentano circa l'1% di tutte le neoplasie solide.
Metodi. Dal 1965 al 1997, 27 pazienti (16 femmine e 9 maschi, range età 19-79 anni) affetti da tumori retroperitoneali primitivi (22 neoplasie maligne e 5 benigne, fra le prime i sarcomi rappresentavano il 68%) sono stati sottoposti ad intervento chirurgico presso l'Istituto di Chirurgia Generale e Cardiovasco-lare dell'Università di Milano. Abbiamo effettuato un'analisi retrospettiva di questi pazienti al fine di determinare i fattori prognostici associati ad una prognosi favorevole a distanza.
Tutti i pazienti sono giunti alla nostra osservazione con una severa sintomatologia dolorosa addominale o una massa palpabile. Altri sintomi comprendevano febbre e calo ponderale. La sintomatologia era presente mediamente da 16 mesi (range 15 giorni-5 anni). Al fine di determinare le dimensioni del tumore ed i rapporti con le altre strutture anatomiche retroperitoneali, tutti i pazienti sono stati sottoposti a TC e RMN addominale e polmonare, prima del trattamento chirurgico.
Risultati. L'asportazione radicale del tumore è stata possibile nel 54% delle neoplasie maligne (12 pazienti), l'asportazione parziale è stata effettuata nel 14% (3 pazienti), mentre nel 31% (7 pazienti) è stata praticata solo una semplice biopsia. La recidiva tumorale si è verificata nel 25% dei pazienti sottoposti ad intervento radicale (3 pazienti), (tempo medio di ricorrenza 5 anni).
Abbiamo analizzato il valore di fattori sia correlati al trattamento eseguito (tipo di intervento, chemioterapia adiuvante) che non correlati al tipo di trattamento (dimensioni della neoplasia, segni clinici e sintomatologia, caratteristiche istopatologiche e grado di differenziazione).
I pazienti sottoposti ad intervento radicale hanno evidenziato una sopravvivenza a 12 mesi del 100% (12 pazienti), confrontata al 50% (1 paziente) di quelli sottoposti ad asportazione parziale ed al 14,2% (1 paziente) di quelli sottoposti a semplice biopsia. La sopravvivenza a 24 mesi dei pazienti con asportazione radicale è stata del 25% (3 pazienti). La sopravvivenza media per tipo di intervento è stata di 28 mesi per i pazienti con asportazione radicale, di 14 per i pazienti con asportazione parziale e di soli 8 mesi per i pazienti sottoposti a biopsia.
La sopravvivenza a 12 mesi riferita al grado di differenziazione della neoplasia è stata del 100% (7 pazienti) per i tumori ben differenziati (G1), confrontata al 66,6% (4 pazienti) delle neoplasie mediamente differenziate (G2), ed al 37,5% (3 pazienti) per le forme scarsamente differenziate (G3). La sopravvivenza a 24 mesi è stata del 28,5% (2 pazienti) per le forme ben differenziate, confrontata al 16,6% (1 paziente) di quelle mediamente differenziate. Le prime, (G1) hanno evidenziato una sopravvivenza media di 35 mesi, nei confronti dei 17 mesi delle forme mediamente differenziate (G2) ed ai 10 mesi delle neoplasie scarsamente differenziate (G3).
Altre variabili come le dimensioni della neoplasia, la sintomatologia, e le caratteristiche istopatologiche, non sono risultate significative ai fini della prognosi a distanza.
Il tasso di mortalità operatoria è stato del 3,7% (1 paziente). La sopravvivenza complessiva a 2 anni per i pazienti sottoposti ad intervento radicale è stata del 25% (3 pazienti, 2G1 e 1G2), mentre la sopravvivenza a 5 anni è stata del 16,6% (2 pazienti, 2G1).
Conclusioni. L'asportazione radicale della neoplasia ed il grado di differenziazione della stessa sono pertanto i più importanti fattori prognostici correlati ad una favorevole prognosi a distanza. La recidiva tumorale è comunque un problema da tenere in considerazione, per questo motivo raccomandiamo un preciso e prolungato follow-up mediante l'uso di TC ed RMN.

inizio pagina