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ARTICOLI ORIGINALI   

Minerva Chirurgica 1999 April;54(4):205-12

Copyright © 1999 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Italiano

Ruolo dell’ecoendoscopia nella stadiazione del carcinoma squamoso dell’esofago (Correlazione con i reperti operatori ed anatomopatologici)

Massari M., Pavoni G. M., Cioffi U., De Simone M., Lattuada E., Celotti S., Faini G., Brocchi A., Pietri P.


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Obiettivo. Valutare l'accuratezza dell'ecoendoscopia (EUS) nella stadiazione preoperatoria di pazienti con carcinoma squamoso dell'esofago e comparare i dati ottenuti con quelli dell'istologia dei pezzi operatori.
Metodi. Dall'ottobre 1990 al giugno 1997 l'ecoendoscopia e la TAC sono state eseguite in 100 pazienti portatori di carcinoma squamoso dell'esofago. Nessuno di questi pazienti era stato precedentemente trattato con chemioterapia o con chemio-radioterapia. Nei primi 23 pazienti l'indagine è stata eseguita con uno strumento Olympus GF-EUM2 munito di sonda ecografica da 7,5 MHz; i rimanenti 77 sono stati esaminati con uno strumento Olympus GF-EUM3 con sonda ecografica da 7,5-12 MHz.
Risultati. I risultati dell'ecoendoscopia sono stati comparati con i campioni di resezione chirurgica in 85 pazienti. In 33 casi (33%) l'indagine ecoendoscopica è risultata incompleta per la presenza di una severa stenosi neoplastica. L'infiltrazione parietale (parametro T) è stata correttamente definita in 73 degli 85 pazienti (86%) comparata con i 40 su 75 della TAC (47%) (p<0,05). La sonda da 12 MHz ha fornito un'accuratezza globale del 90% nella stadiazione del parametro T comparata con l'82% della sonda da 7,5 MHz. L'infiltrazione linfonodale (parametro N) è stata correttamente definita dall'ecoendoscopia in 50 dei 57 casi (88%) comparata con 22 dei 57 (39%) della TAC (p<0,05). In tutti i casi l'infiltrazione linfonodale è stata classificata con una sonda da 12 MHz.
Conclusioni. L'ecoendoscopia offre nella maggior parte dei casi un'esatta stadiazione del carcinoma esofageo sia per quanto riguarda l'infiltrazione parietale sia per ciò che riguarda le metastasi linfonodali. Il maggior limite tutt'ora esistente per questa metodica è l'impossibiltà di superare le stenosi serrate tipiche dei carcinomi in stadio avanzato.

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