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Minerva Stomatologica 2012 September;61(9):381-98
Copyright © 2012 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese
Effetto dell’applicazione sottogengivale di olio d’oliva ozonizzato nel trattamento della parodontite cronica: uno studio clinico e microbiologico, controllato, randomizzato e in doppio cieco
Patel P. V. 1, Patel A. 1, Kumar S. 2, Holmes J. C. 3 ✉
1 Kalindi Oro Care and Research Centre, Lanka, Uttar Pradesh, India; 2 Department of Periodontology, JSS Dental College and Hospital Mysore, Karnataka, India; 3 Ozone Systems and Products, GCE, UK
Obiettivo. Obiettivo del presente articolo è stato quello di valutare l’efficacia dell’olio d’oliva ozonizzato impiegato in monoterapia e come complemento alla pulizia sottogengivale e levigatura radicolare nel trattamento della parodontite cronica.
Metodi. Uno studio clinico controllato, randomizzato e in doppio cieco, realizzato secondo un disegno “split-mouth”, è stato condotto su 20 soggetti con diagnosi di parodontite cronica. I quadranti di ogni soggetto sono stati assegnati in maniera casuale a quattro gruppi e trattati di conseguenza: Gruppo A: pulizia sottogengivale e levigatura radicolare (scaling and root planing, SRP); Gruppo B: olio d’oliva ozonizzato (OZO) per via topica come complemento alla pulizia sottogengivale e levigatura radicolare; Gruppo C: olio d’oliva ozonizzato per via topica in monoterapia e Gruppo D: gel topico alla clorexidina in monoterapia. I quadranti sono stati analizzati clinicamente mediante indice di placca, indice gengivale, indice di sanguinamento del solco, profondità di sondaggio e livello clinico di attacco, al baseline e a intervalli temporali di 2, 4, 6 e 8 settimane. I soggetti sono stati analizzati anche per il dolore percepito, il disagio o l’ipersensibilità dentale (per quadrante) su una scala analogica visiva (VAS). Oltre a ciò, i campioni di placca sottogengivale sono stati raccolti dai due siti predeterminati di ciascun quadrante al baseline, a 4 e 8 settimane per l’analisi delle conte batteriche totali (TBC) e la rilevazione della frequenza di otto parodontopatogeni putativi mediante il metodo della reazione a catena della polimerasi (PCR).
Risultati: L’utilizzo dell’OZO come complemento della SRP ha comportato un significativo miglioramento (P<0,001) dei parametri clinici e microbiologici nel tempo e rispetto ai gruppi di controllo. Anche l’OZO in monoterapia ha mostrato un miglioramento significativo (P<0,001) nei parametri clinici e microbiologici nel tempo senza nessun effetto collaterale documentato. Tuttavia, vi è stato un aumento significativo (P<0,05) nell’ipersensibilità dentinale in seguito all’OZO quale complemento alla terapia con pulizia sottogengivale e levigatura radicolare.
Conclusioni. L’OZO impiegato in monoterapia e in terapia di combinazione è efficace nel migliorare le condizioni parodontali.