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MALATTIE POLMONARI: UN AGGIORNAMENTO
Minerva Pneumologica 2012 December;51(4):153-6
Copyright © 2012 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese
Uno studio prospettico di pazienti con insufficienza respiratoria ipercapnica/acidotica, non rispondenti alla ventilazione non invasiva e non sottoposti a ventilazione invasiva
Sinha R. K. 1, Ahmed N. 2
1 Respiratory Department, Yeovil District Hospital, Yeovil, UK; 2 Respiratory Department, Yeovil District Hospital, Yeovil, UK
Obiettivo. Lo scopo del presente documento era lo studio del sottogruppo di pazienti affetti da insufficienza respiratoria ipercapnica/acidotica, che non mostrano segni di miglioramento alla prima valutazione dopo il trattamento iniziale con ventilazione non invasiva (NIV) e che non vengono successivamente sottoposti a un trattamento con ventilazione invasiva, al fine di identificare i fattori associati alla loro gestione, che possano potenzialmente influire sull’esito.
Metodi. I pazienti con acidosi persistente e ipercapnia, con o senza ipossia e/o in condizioni clinicamente instabili alla prima valutazione dopo il trattamento iniziale con NIV, sono stati inseriti nello studio tra ottobre 2008 e febbraio 2009. I dati sono stati analizzati per verificare se i fattori prognostici presenti fin dall’inizio e predittivi di prognosi sfavorevole fossero anche associati a prognosi infausta, se identificati in una fase successiva alla prima valutazione, dopo il trattamento iniziale con NIV.
Risultati. Il trenta per cento dei pazienti è deceduto mentre ancora in ospedale e il 45% dopo 60 giorni. Persistenza di acidosi, ipercapnia e ipossia erano associate all’esito sfavorevole in questo sottogruppo di pazienti, analogamente a quanto riportato in letteratura, nel caso di pazienti che mostrano queste caratteristiche al momento della presentazione iniziale. L’esito era anche sfavorevole nei casi in cui i pazienti erano stanchi, prostrati e instabili al momento della prima valutazione dopo il trattamento iniziale con NIV, non tolleravano bene la NIV, oppure manifestavano comorbidità associate. L’esito era più favorevole se la diagnosi principale primaria era polmonite, piuttosto che malattia polmonare ostruttiva cronica, in contrasto con le relazioni di studi precedenti. Non è chiaro se alcuni fattori, per esempio se il paziente non era in cura da un pneumologo, o se il personale medico al di sotto del livello di consulente prendeva la decisione di non passare alla ventilazione invasiva, avessero un effetto negativo sull’esito finale. Abbiamo anche compreso che i parametri necessari per il calcolo di alcune complesse formule prognostiche, come i punteggi APACHE II e SAPS II suggeriti dai ricercatori precedenti, non sono facilmente registrati o disponibili nella situazione di vita reale.
Conclusioni. Alcuni dei parametri dei pazienti con insufficienza respiratoria ipercapnica/acidotica che influiscono sull’esito, se rilevati al momento della presentazione, sono applicabili anche per predire il risultato, se vengono riscontrati al momento della prima valutazione dopo il trattamento iniziale con NIV, seppure con alcune eccezioni. Inoltre, alcuni fattori organizzativi possono potenzialmente influenzare l’esito in modo negativo e, se ciò viene dimostrato, è possibile adottare interventi per modificarli e porvi rimedio. Ciò sarebbe possibile con relativa facilità e migliorerebbe l’esito del paziente. Sono necessari ulteriori studi più ampi per affrontare questo punto.