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DISTURBI BIPOLARI
Minerva Psichiatrica 2012 December;53(4):251-76
Copyright © 2013 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese
Confronto tra depressione reattiva ed endogena: la semplice depressione da stress deve essere esclusa dalla diagnosi di depressione maggiore? Una review dell’evidenza
Wakefield J. C. 1, Schmitz M. F. 2
1 School of Social Work and, Department of Psychiatry, New York University, New York, NY, USA; 2 School of Social Work, Temple University, Philadelphia, PA, USA
Il concetto di episodio depressivo semplice è stato introdotto nell’”esclusione del lutto” del DSM-III dal disturbo depressivo maggiore (MDD). Rappresentava un tentativo di distinguere, tra le reazioni depressive per la perdita di una persona cara, le depressioni che sono normali sentimenti depressivi correlati al lutto e quelli che sono invece disturbi depressivi. Secondo quanto definito dal DSM, un episodio depressivo “semplice” è quello che soddisfa i criteri diagnostici di sintomi e durata del DSM per MDD, ma che non provoca una marcata compromissione, non ha gravi sintomi pato-suggestivi, come ideazione suicidaria, ideazione psicotica, intense sensazioni di inutilità e ritardo psicomotorio, e che scompare dopo un periodo relativamente breve. Quindi, gli episodi semplici includono solo i sintomi – come tristezza o cattivo umore, pianto, diminuzione del piacere, difficoltà di concentrazione, perdita di interesse, affaticamento, insonnia e diminuzione dell’appetito – che sono comuni nelle normali reazioni di disagio. Studi recenti studi sollevano la questione in merito alla possibilità che le reazioni depressive semplici da stress, attivate da qualsiasi importante fattore di stress (non solo come reazione al lutto), costituiscano una categoria distinta, tipologicamente diversa da altre MDD e indicativa di normale afflizione. Poiché la distinzione semplice/complessa è una distinzione tra depressioni reattive, non riprende la ripudiata distinzione endogena/reattiva. Esaminiamo la sequenza di studi effettuati di recente, per indagare sulla validità della distinzione semplice/complessa, come indicatore di normalità/disturbo nelle depressioni reattive a seguito di tutti i fattori di stress, non solo il lutto. Per la prima volta, sono state sottoposte a test rigorosi sia la validità concorrente (rispetto a una vasta gamma di validatori), sia la validità predittiva (utilizzando la ricorrenza come validatore) della distinzione semplice/complessa e i risultati sostengono in maniera coerente la validità del distinzione. Tuttavia, gli studi iniziali sulla validità concorrente hanno subito una serie di limiti metodologici, lasciando la risposta inconcludente. Gli studi recenti hanno affrontato in modo sistematico tutte le obiezioni principali nei confronti dei primi studi. I risultati smentiscono le obiezioni precedenti e sostengono con forza la validità della distinzione semplice/complessa, come un indicatore di episodi depressivi normali rispetto a quelli disturbati. Se la distinzione semplice/complessa è valida per tutti i fattori di stress, questo ha importanti implicazioni potenziali prognostiche e terapeutiche e può anche contribuire ad una necessaria chiarificazione del confine tra intensa tristezza normale e disturbo depressivo.