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Minerva Psichiatrica 2005 March;46(1):1-2

Copyright © 2005 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Italiano

La terapia psicofarmacologica protratta del disturbo ossessivo-compulsivo

Maina G., Albert U., Pessina E., Bogetto F.


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Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) è una condizione cronica che richiede un trattamento a lungo termine. I sintomi ricorrono nell'arco di poche settimane dalla sospensione del trattamento. Un trattamento a lungo termine è pertanto necessario per mantenere la risposta ottenuta e per evitare le ricadute. In letteratura vi sono molti studi che dimostrano l'efficacia della terapia di mantenimento nel prevenire le ricadute. Inoltre il trattamento in fase acuta spesso determina solo un parziale miglioramento di ossessioni e compulsioni in un margine tra il 30% e il 60% dei punteggi della Yale-Brown Obsessive-Compulsive Scale (Y-BOCS): un trattamento a lungo termine è pertanto spesso necessario per ottenere un ulteriore miglioramento. Ciò vale anche per quanto riguarda la qualità della vita il cui miglioramento è spesso ritardato e ottenuto durante la fase di trattamento a lungo termine.
Molti Autori indicano come, nella fase di mantenimento, il dosaggio dei farmaci può essere ridotto tra il 40% e il 60% rispetto alla fase di attacco. Nella pratica clinica, il paziente ossessivo continua ad assumere la terapia per almeno un anno anche se la maggioranza dei pazienti richiede una terapia di mantenimento di maggiore durata.
Quando si considerano i trattamenti farmacologici a lungo termine, deve essere presa in considerazione la tollerabilità. Se, infatti, gli effetti collaterali possono essere eventualmente sopportati durante la fase acuta di trattamento, quando i sintomi ossessivo-compulsivi sono devastanti e invalidanti, gli stessi effetti collaterali possono essere considerati intollerabili quando il paziente esperisce un sollievo dalle ossessioni e si rende necessaria una terapia di mantenimento.

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