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MALATTIE PEDIATRICHE CRONICHE, DISABILITA’ E SVILUPPO
Minerva Pediatrica 2013 February;65(1):1-17
Copyright © 2013 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese
Anoressia nervosa nei bambini e negli adolescenti: diagnosi, trattamento e ruolo del pediatra
Silber T. J. ✉
Division of Adolescent and Young Adult Medicine, Donald Delaney Eating Disorders Clinic, Children’s National Medical Center, Washington, DC, USA
La diagnosi e il trattamento dell’anoressia nervosa (AN) nei bambini e negli adolescenti presenta alcuni punti in comune ma anche differenze rispetto alla condizione degli adulti. Una nuova comprensione della AN si sta affermando: i dati di ricerca dai settori dell’epidemiologia, della genetica e della biologia cerebrale suggeriscono che potrebbe esservi una soggiacente diatesi cerebrale che predispone all’anoressia nervosa. Attualmente, viene proposto il concetto che ciò che inizia come un’innocua dieta, una volta che si trasforma in una più prolungata limitazione del cibo può scatenare un disturbo del comportamento alimentare in una popolazione geneticamente e neurobiologicamente predisposta. La condizione può quindi essere perpetuata dai cambiamenti biomeccanici indotti dalla perdita di peso, dalla chetosi e dall’impatto della successiva malnutrizione sul cervello (inanizione). Tale cambiamento di paradigma da una comprensione psicologica a una concettualizzazione neurobiologica richiede un tempestivo intervento iniziale per garantire la riabilitazione nutrizionale nonappena si sospetta un disturbo del comportamento alimentare nei bambini, senza il bisogno di attendere tutte le classiche caratteristiche della diagnosi osservate negli adulti. Questo nuovo modello è agnostico circa le origini della malattia e pone in discussione la classica assunzione di una “patologia familiare sottostante”. Ciò dà un forte supporto a terapie come quella imperniata sulla famiglia, altrimenti nota come “metodo Maudsley”. Essenzialmente, ciò significa autorizzare i genitori a monitorare e controllare la riabilitazione nutritiva dei loro figli. Pertanto, i pediatri non devono più essere spettatori quando trattano pazienti pediatrici e adolescenti affetti da AN. Essi hanno adesso un ruolo chiaramente definito: medici specializzati nella diagnosi iniziale, monitor clinici (delle potenziali complicanze mediche), consulenti nutrizionali e, in qualità di membri di team multidisciplinari, educatori e sostenitori del paziente e della famiglia.