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REVIEW   

Minerva Pediatrica 2004 August;56(4):395-410

Copyright © 2004 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Italiano

Comportamento alimentare e immagine corporea. Studio epidemiologico su 4243 studenti italiani di scuole medie superiori e inferiori

Pruneti C., Fontana F., Donalizio M., Buracchi G., Bicchieri L.


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Obiettivo. Lo scopo di questo lavoro è offrire un contributo alla individuazione di alcuni dei fattori psicologico-ambientali, alla base di una non corretta alimentazione, o abitudini alimentari disadattive, sicuramente implicate nel possibile sviluppo di disturbi del comportamento alimentare.
Metodi. Il campione esaminato è composto da 4243 adolescenti (2024 di sesso maschile e 2219 di sesso femminile) di età compresa tra i 12 e i 18 anni (età media=14,11± 3,1), provenienti da diverse scuole medie, inferiori e superiori, delle province di Lucca, Siena, La Spezia, Livorno e Pisa. Allo scopo dell'indagine prospettica, è stato somministrato il Pisa Survey for Eating Disorder (PSED), un questionario volto alla valutazione sia degli aspetti comportamentali, che della percezione del sé corporeo.
Risultati. Le percentuali relative alle risposte agli items considerati hanno evidenziato la ricorrenza sia di distorsioni cognitive, sia di atteggiamenti eccessivamente rigidi relativi alla percezione del sé corporeo, nonché la presenza di una frequente, spesso quotidiana, condotta alimentare disfunzionale.
In particolare, le femmine denunciano un atteggiamento più severo nei confronti del proprio corpo, un desiderio più forte di dimagrire e una maggiore risolutezza nell'intraprendere delle diete. Sempre le ragazze, descrivono più frequentemente dei coetanei maschi comportamenti quali l'abbuffarsi e il mangiare in maniera disordinata. Anche il ricorso al vomito meccanico (vomiting) o a altri espedienti, sembra essere più tipicamente femminile e, quale comportamento compensatorio, assai diffuso in tutto il campione esaminato.
Conclusioni. Il questionario PSED si è dimostrato uno strumento utile e agevole, per la rilevazione di comportamenti disadattivi e per la valutazione dei probabili fattori di rischio, implicati nello sviluppo dei disturbi alimentari e affettivi.

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