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CASI CLINICI
Minerva Pediatrica 2002 April;54(2):165-70
Copyright © 2002 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Italiano
Diabete e medicina alternativa. Tre esperienze di trattamento con metodi di «Ayur-Ved», «ecologia clinica» e «nutrizione cellulare»
Vanelli M., Chiari G., Gugliotta M., Capuano C., Giacalone T., Gruppi L., Condò M.
Negli ultimi due anni, abbiamo scoperto accidentalmente che tre nostri pazienti (0,8%) avevano ridotto o revocato le iniezioni di insulina in favore di trattamenti a base di erbe, vitamine, diete spartane, oligoelementi. Il primo paziente, 6 a. 6/12, arriva in ospedale in stato di chetoacidosi grave con coma I, dopo avere ridotto del 77% la dose giornaliera di insulina sostituendola con gocce di soluzione acquosa a base di Bardana Actium Lappa su consiglio di una guaritrice Ayur-Ved. Il secondo paziente, 10 a. 4/12, viene segnalato dagli insegnanti in quanto appariva da qualche giorno «stanco, dimagrito e poliurico». Al ricovero per modesta chetoacidosi, la mamma, prima reticente, ammette alla fine che il figlio è in cura da un «ecologista clinico» che, avendolo riconosciuto allergico a molti alimenti, lo ha messo a dieta con «pane di segale, acqua e sale» procurandogli un calo ponderale di 2 kg in 30 giorni e una diminuzione della dose giornaliera di insulina del 68%. Il terzo paziente, 21 anni, riferisce, al momento di passare al Centro di diabetologia dell' adulto, di essere stato in trattamento all' età di 8-9 anni, da un «pranoterapista veggente» che lo ha curato con «lacrime della Madonna», preghiere e meditazioni fino a diminuire del 50% la dose giornaliera di insulina. È difficile standardizzare il comportamento da tenersi di fronte alla scoperta di un ricorso alla medicina alternativa. Riteniamo che, prima di tutto, lo staff diabetologico debba evitare di ridicolarizzare il genitore o il paziente che ricorre a queste pratiche. Potrebbe essere utile utile al contrario che, nei colloqui periodici con i genitori, pediatri e infermieri discutano, essi per primi, di medicina alternativa, evitando di fornire giudizi sommari, portando al contrario prove sulla loro inefficacia.