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Minerva Pediatrica 1999 January-February;51(1-2):11-8

Copyright © 1998 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Italiano

L’ematuria in età pediatrica nella pratica clinica

Khoory B. J., Benini D., Pedrolli A., Vecchini S., Fanos V.


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L'ematuria, nota già ai tempi di Ippocrate, è definita come presenza di un numero anomalo di globuli rossi nelle urine. Essa può presentarsi in forma macroscopica oppure microscopica. Quest'ultima rappresenta un reperto frequente, presente nell'1-2% dei bambini. La patogenesi dell'ematuria è stata oggetto di recenti acquisizioni. La diagnostica dell'ematuria si basa come primo orientamento sull'associazione di uno stick urinario positivo e di una conferma della presenza di globuli rossi all'esame del sedimento. Lo studio della morfologia eritrocitaria rimane ancora l'indagine più utile per poter risalire alla sede del sanguinamento. Altri indicatori quali la presenza eccessiva di acantociti od un ridotto volume corpuscolare medio, accanto allo studio tradizionale della cilindruria, possono costituire utili elementi discriminanti tra ematuria glomerulare e non glomerulare.
Particolare importanza nella definizione dell'ematuria rivestono l'indagine anamnestica, sia familiare sia personale, e l'esame obiettivo. L'esecuzione di un'ecografia addominale e di alcuni esami bioumorali, in associazione ai dati precedenti, può consentire in molti casi un rapido e corretto inquadramento del bambino con ematuria. In casi selezionati, ad esempio nelle forme familiari non ben definite, nelle forme associate ad alterazione degli esami di funzionalità renale, nelle microematurie persistenti per oltre un anno va preso in considerazione l'approfondimento diagnostico bioptico.

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