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REVIEW
Minerva Pediatrica 2013 August;65(4):427-45
Copyright © 2013 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Italiano
Update sulla prevenzione delle infezioni nei pazienti splenectomizzati o con iposplenismo funzionale
Miniero R. 1, Barretta M. 2, Dolceamore T. R. 2, De Luca G. 2, Altomare F. 1, Chiarello P. 3, Gentile I. 4, Saracco P. 5, Zurlo F. 1, Bona G. 6 ✉
1 Cattedra di Pediatria Università Magna Graecia di Catanzaro Catanzaro, Italia; 2 Pediatra di Famiglia, Società Italiana di Pediatria, Sezione Calabria; 3 Ospedale-ASP Crotone, Crotone, Italia; 4 Scuola di Specializzazione in Patologia Clinica Università Magna Graecia di Catanzaro Catanzaro, Italia; 5 Ematologia Pediatrica Università di Torino, Torino, Italia; 6 Cattedra di Pediatria Università Piemonte Orientale A. Avogadro, Novara, Italia
I pazienti con iposplenismo o asplenici hanno un rischio 10-50 volte maggiore di sviluppare infezioni severe /sepsi (OPSI) rispetto ai soggetti normali. Si tratta di un’emergenza medica fatale nel 50-80% dei pazienti (in circa la metà dei casi nelle prime 24-48 ore dall’insorgenza dei sintomi), nonostante terapia antibiotica e trattamento di supporto intensivo. Lo Strreptococcus Pneumoniae, l’ Haemophilus influenzae type b e la Neisseria Meningitidis rappresentano gli agenti patogeni più frequentemente in causa. Il rischio di sepsi può essere ridotto con l’immunoprofilassi, la profilassi antibiotica, il self-treatment e l’educazione del paziente e della sua famiglia. Sebbene il ruolo e l’efficacia della profilassi antibiotica non siano completamente chiariti, deve essere eseguita per almeno 2-5 anni dopo la splenectomia; periodi più lunghi non sono generalmente consigliati per il rischio di sviluppare resistenze antibiotiche. La penicillina e l’amoxicillina/acidoclavulanico rappresentano gli antibiotici suggeriti in prima battuta. Il “self-treatment”, che consiste nella terapia antibiotica empirica iniziata dal paziente a domicilio ai primi segni di infezione dovrebbe rallentare l’evoluzione dell’infezione e limitarne le complicanze. Il paziente e la sua famiglia devono essere informati del rischio a cui è esposto e dell’importanza di attuare le misure di prevenzione non solo nei mesi successivi l’intervento ma anche negli anni successivi. L’educazione del paziente e della famiglia è quindi fondamentale per garantire l’aderenza alle prescrizioni nel tempo