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Minerva Pediatrica 2007 June;59(3):207-13
Copyright © 2007 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese
Complessità della diagnosi e follow-up postnatale nella toxoplasmosi congenita
Mazzola A. 1, Casuccio A. 2, Romano A. 1, Schimmenti M. G. 1, Titone L. 3, Di Carlo P. 3
1 ARNAS Civico Benfratelli G. Di Cristina and M. Ascoli, Palermo, Italy 2 Section of Ophthalmology Departments of Neurology, Ophthalmology Otorhinolaryngology and Psychiatry (Di.N.O.O.P.) University of Palermo, Palermo, Italy 3 Institute of Infectious Diseases University of Palermo, Palermo, Italy
Obiettivo. Per determinare le conseguenze dei diversi approcci nel management prenatale della toxoplasmosi congenita, abbiamo rivalutato retrospettivamente 58 gravide con sieroconversione per Toxoplasma gondii e arruolato prospetticamente i loro bambini, giunti alla nostra osservazione tra il 1999 ed il 2004.
Metodi. Sono stati raccolti i dati clinici, laboratoristici e demografici delle donne gravide. I bambini sono stati inseriti in un protocollo di follow-up di 48 mesi, che prevede indagini cliniche, laboratoristiche, oftalmologiche, strumentali, alla nascita, a 1, 3, 6, 9, 15, 18, 24, 36 e a 48 mesi d’età. I bambini sono stati trattati con Spiramicina solamente o alternata a cicli di Pirimetamina-Sulfadiazina in base alle differenti condizioni cliniche.
Risultati. L’infezione è stata datata in 24 donne (41%) al primo trimestre, in 18 (31%) al secondo e in 16 (28%) al terzo trimestre. Venti su 24 donne con infezione al primo trimestre hanno effettuato l’amniocentesi, mentre questo test non è stato effettuato da nessuna delle donne con infezione al terzo trimestre. Il follow-up sierologico ha identificato 11 (19%) bambini infetti: tutti, anche se asintomatici, sono stati trattati con cicli di Pirimetamina-Sulfadiazina. Il follow-up strumentale ha permesso di evidenziare anomalie legate all’infezione da Toxoplasma in 4/11 bambini infetti.
Conclusioni. I nostri risultati mettono in luce i problemi legati alle metodiche disponibili per la diagnosi prenatale. L’incidenza delle lesioni oculari e del sistema nervoso centrale osservate in bambini nati da madre con infezione del terzo trimestre solleva la questione dell’adeguato approccio diagnostico e terapeutico per queste donne e per i loro bambini. La somministrazione di Pirimetamina-Sulfadiazina anche ai bambini asintomatici, nati da madri che in gravidanza hanno effettuato indagini incomplete, potrebbe essere utile nella prevenzione di sequele severe.