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PROTESI SU FRATTURA LE FRATTURE DELLA GLENO-OMERALE. SINTESI, PROTESI, ARTROSCOPIA:TECNICHE A CONFRONTO
Minerva Ortopedica e Traumatologica 2006 August;57(4):321-7
Copyright © 2006 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Italiano
Il ruolo della ricostruzione anatomica nella tecnica chirurgica dell’endoprotesi
Caresio M., Indemini E., Lancione V., Larosa G.
1 Casa di cura “Villa Igea” Dipartimento di Ortopedia, Acqui Terme 2 Clinica Ortopedica Università degli Studi di Genova, Genova
Obiettivo. La protesi inversa di Grammont viene impiegata con successo nelle artropatie gleno-omerali associate a lesione della cuffia dei rotatori, garantendo la ripresa dell’articolarità attiva della spalla. Uno dei limiti di tale sistema è dato dal mancato recupero della rotazione esterna nei casi in cui anche il piccolo rotondo sia lesionato. In tali casi proponiamo l’utilizzo dell’associazione della protesi inversa con il transfer del gran dorsale per via deltoideo pettorale. Scopo di questo lavoro è di presentare i risultati di 5 casi operati con questa tecnica con un follow up di 22 mesi.
Metodi. Da Marzo a Novembre 2004, 5 pazienti (età media 76.2 anni) con artropatia da lesione della cuffia dei rotatori (lesione accertata anche del piccolo rotondo) hanno effettuato intervento di artroprotesi inversa di Grammont associata al transfer di gran dorsale per via deltoideo-pettorale.
Risultati. Il Constant Score è aumentato in media di 36,4 punti/100 (da 26,8 a 63,2). In particolare il significativo miglioramento dell’extrarotazione a 22 mesi di follow-up garantisce a tutti i pazienti operati di poter nuovamente di eseguire gesti comuni, come il pettinarsi, sollevare oggetti al di sopra della testa.
Conclusioni. L’associazione del transfer muscolare di gran dorsale alla protesi inversa di Grammont garantisce un parziale recupero della rotazione esterna in abduzione in pazienti con artropatia da lesione della cuffia dei rotatori e con segno del clarinetto positivo. I vantaggi di questa tecnica sono: un unico approccio deltoideo-pettorale, una metodica riproducibile e complicanze non superiori all’intervento isolato di protesizzazione con lo stesso sistema.