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BIOMATERIALI IN ORTOPEDIA: ASPETTATIVE E PRATICA CLINICA 96° CONGRESSO DELLA SOCIETA' PIEMONTESE-LIGURE-LOMBARDA DI ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA (SPLLOT) (Brescia, 24-25 settembre 1999)
Minerva Ortopedica e Traumatologica 2000 June;51(3):147-52
Copyright © 2000 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Italiano
Fratture del terzo distale di omero (trattamento con fissatore esterno)
Manca M., Faldini A., Marchetti S., Polese F., Iacopinelli M.
Obiettivo. Nelle fratture sovra-diacondiloidee e del terzo distale di omero è, secondo gli Autori, indicato il trattamento con riduzione e sintesi chirurgica in quanto tali fratture devono essere considerate lesioni importanti che producono un vasto danno dei tessuti molli e sono spesso gravate da complicanze vascolo-nervose.
Metodi. Abbiamo utilizzato un fissatore esterno monoassiale variando l'impianto secondo le necessità per trattare fratture del terzo distale di omero e fratture sovra-diacondiloidee. In quest'ultime lesioni abbiamo eseguito una prima sintesi della superficie articolare con viti cannulate, quindi abbiamo utilizzato il fissatore esterno per la stabilizzazione della frattura in sede metafisaria. Al paziente sono stati consessi movimenti attivi e coadiuvanti del gomito e polso sin dal primo giorno postoperatorio. La valutazione radiografica della progressione del callo osseo neoformato ha permesso di eseguire prima la dinamizzazione parziale e quindi quella totale del fissatore esterno.
Il F.E.A. è stato rimosso dopo circa 100 giorni nelle fratture chiuse e 120 giorni in quelle esposte.
Risultati. La casistica riguarda 21 fratture, 15 diafisarie e 6 articolari (sovra-diacondiloidee), con un follow-up minimo di 6 mesi e massimo di 72 mesi. Tutti i pazienti sono giunti a guarigione, 2 casi hanno riportato rigidità articolari di rilievo, parzialmente risolte con intensa fisiochinesiterapia. Non abbiamo avuto casi di difetti assiali o torsionali.
Conclusioni. La metodica da noi proposta si è dimostrata ben tollerata dai pazienti, inoltre la riduzione delle complicanze postoperatorie (infezioni, deiscenze di ferita, ecc.) ed il follow-up a breve-medio termine dimostrano l'affidabilità della metodica.