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Minerva Ortopedica e Traumatologica 2010 October;61(5):449-62

Copyright © 2010 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Inglese

Approcci del Medioevo e pre-moderni alle fratture dell’omero prossimale: revisione storica

Brorson S.

Department of Orthopaedic Surgery, Herlev University Hospital, Herlev, Denmark


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La diagnosi e il trattamento delle fratture complesse dell’omero prossimale hanno presentato diverse problematiche ai chirurghi e agli scrittori di medicina del medioevo sin dai primi testi scritti di chirurgia rinvenuti. Le attuali conoscenze relative alle fratture dell’omero prossimale sono state ottenute attraverso studi anatomo-patologici e di biomeccanica effettuati negli ultimi due secoli. Tuttavia, i prerequisiti storici per questo sviluppo non sono mai state studiati. In questo articolo vengono riviste le fonti scritte dalla caduta dell’Impero Romano fino alla fine del diciottesimo secolo. Gli scrittori del Medioevo e quelli pre-moderni si basano soprattutto degli scritti di Ippocrate “De Fracturis” e “De Articulationes”. Le teorie di Ippocrate sull’anatomia normale della spalla rivelano alcuni intuiti di biomeccanica. Tuttavia, le conoscenza dell’osso e dell’anatomia della spalla utili dal punto di vista chirurgico non sono presenti nelle fonti medioevali. Anche nel quattordicesimo secolo le illustrazioni basate su osservazioni “naturalistiche” di dissezioni umane sono rare. Nelle fonti rinascimentali, compaiono le prime conoscenze relative al sistema muscolo-scheletrico, utili per la comprensione della patologia della spalla. I disegni anatomici di Leonardo da Vinci (1452-1519) dimostrano la conoscenza delle proprietà biomeccaniche della spalla, e Vesalius (1514-1564) fornisce un resoconto sistematico sull’osteologia e sulla miologia della spalla. All’inizio del diciottesimo secolo , l’approccio di Ippocrate viene messo in discussione e vengono proposti metodi di riduzione e bendaggio più delicati. Desault (1744-1795) fornisce un resoconto sulla trazione muscolare responsabile del dislocamento dei capi ossei nelle fratture dell’omero prossimale. In quegli anni, compaiono nella Letteratura scientifica le prime relazioni relative alla chirurgia a cielo aperto per fratture dell’omero prossimale.

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