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REVIEW
Minerva Ortopedica e Traumatologica 2005 October;56(5):457-63
Copyright © 2005 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese
Le fratture del piatto tibiale. Una review delle classificazioni
Bonasia D. E. 1, Rossi R. 1, Bardelli A. 2
1 Department of Orthopedics and Traumatology University of Turin Umberto I Mauriziano Hospital, Turin, Italy 2 Savigliano City Hospital, Savigliano (Cuneo), Italy
Le fratture dei piatti tibiali costituiscono una patologia frequente del ginocchio. Rappresentano l’1% di tutte le fratture e l’8% delle fratture nelle persone anziane.
Fino a una quarantina di anni fa l’unica opzione terapeutica per le fratture del piatto tibiale era l’immobilizzazione in gesso con o senza trazione scheletrica. I risultati di questo trattamento erano scarsi e le complicanze (invalidità, rigidità, malallineamento, riduzione non anatomica, artrosi post-traumatica) quasi sempre riscontrabili.
Alcuni Autori compresero che l’obiettivo terapeutico era la riduzione anatomica della frattura e la mobilizzazione precoce del ginocchio e che questo si poteva ottenere quasi solo con un approccio cruento, sviluppando nuove tecniche chirurgiche, con buoni risultati a distanza.
Contemporaneamente crebbe la necessità di formulare nuovi schemi classificativi delle fratture, in modo da poter correlare la frattura stessa con la terapia ad essa più indicata. Molti Autori (ad esempio Hohl, Muller, Schatzker, Moore) proposero la loro classificazione. In letteratura se ne possono trovare molte, con caratteristiche diverse.
In questa review sono quindi state individuate le caratteristiche richieste a una buona classificazione: ampia diffusione, completezza, semplicità, facilità di memorizzazione, correlazione con terapia e prognosi. L’obiettivo di questo lavoro è individuare gli schemi classificativi più validi, analizzando tutti quelli proposti dalla letteratura.
Individuare uno standard tra le classificazioni permette al chirurgo di confrontare tra loro i vari trial e di individuare la terapia più corretta per ogni tipo di frattura.