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LE DEFORMITÀ OSSEE E ARTICOLARI - RELAZIONI  100° CONGRESSO DELLA SOCIETÀ PIEMONTESE-LIGURE-LOMBARDA DI ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA (S.P.L.L.O.T.) - Pavia, 20-21 giugno 2003 

Minerva Ortopedica e Traumatologica 2003 April;54(2):153-62

Copyright © 2003 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Italiano

Le protesi di ginocchio nelle gravi deformità dell’arto inferiore

Novarese E., Olivero C., Panero B., Sandrucci G., Crova M.

II Clinica Ortopedica, Università degli Studi di Torino, Torino


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La programmazione della protesizzazione di ginocchio in gravi deformità, senza prescindere da uno studio statico, deve essere ragionata nella complessa cinematica del ginocchio, soprattutto durante il passo, dove la forza di reazione articolare e quelle assiali in compressione si spostano dal piatto tibiale mediale a quello laterale secondo la variazione di asse (varo-valgo), di flesso-estensione e di velocità della deambulazione.
La stabilità del ginocchio è totalmente dipendente dai tessuti molli e, se c’è una lassità laterale o una insufficiente forza muscolare, aumenta l’apertura laterale portando a un “alto” momento adduttorio durante il passo, che peggiora ancora di più in ginocchia vare.
Viene poi ricordata la relazione fra malallineamento post-frattura/artropatia degenerativa e la possibile insorgenza di deformità in seguito a malattia articolare o fallimenti protesici del ginocchio.
Vengono presentati 10 casi clinici che mettono in risalto alcuni principi e rispecchiano l’evoluzione di pensiero degli Autori nella scelta protesica.
Nelle gravi deformità si altera la struttura capsulo-legamentosa e lo sforzo nella protesizzazione è di ribilanciarla per ottenere una stabilità con il massimo della congruenza e del movimento articolare.
Le sezioni ossee articolari vengono eseguite, considerando l’asse meccanico, e il trattamento dei casi più gravi di deformità post-frattura prevede un tempo di correzione.
Viene, inoltre, approfondito il motivo della scelta, negli ultimi anni, di utilizzare protesi di superficie a piatto tibiale rotante piuttosto che quelle ad alti vincoli.
Evitare un varismo residuo dopo la protesizzazione e effettuare un buon bilanciamento capsulo-legamentoso preserva l’impianto da un’ampia apertura laterale nel momento adduttorio del passo.
Lo scopo degli Autori è di evitare l’uso di protesi a elevata stabilità intrinseca anche nei casi di grave deformità.

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