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LE DEFORMITÀ OSSEE E ARTICOLARI - RELAZIONI 100° CONGRESSO DELLA SOCIETÀ PIEMONTESE-LIGURE-LOMBARDA DI ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA (S.P.L.L.O.T.) - Pavia, 20-21 giugno 2003
Minerva Ortopedica e Traumatologica 2003 April;54(2):133-8
Copyright © 2003 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Italiano
L’allungamento degli arti superiori
Peretti G. 1, Peretti G. M. 2
1 Clinica Ortopedica, Ospedale “G. Pini”, Università degli Studi di Milano 2 Divisione di Ortopedia, Ospedale S. Raffaele, Milano
L’allungamento degli arti superiori rappresenta una evenienza non frequente perché l’intervento chirurgico si rende necessario soltanto per motivi funzionali dei singoli arti da allungare e non per pareggiare differenze di lunghezza, come per gli arti inferiori.
Le cause che determinano eccessiva brevità degli arti superiori sono congenite o acquisite postraumatiche, postinfettive e post tumorali; è richiesto anche l’allungamento dei 2 omeri nei nani, specie negli acondroplasici, quando l’eccessiva brevità degli arti causa una disarmonia con gli arti inferiori allungati chirurgicamente e soprattutto quando i pazienti si rendono conto della incapacità di compiere alcuni gesti abituali (come lavare i genitali) a causa della eccessiva brevità degli arti superiori.
La terapia chirurgica, oggi diffusa nel mondo per gli arti inferiori, trova sempre maggior spazio anche per i superiori. Il piano preoperatorio non deve tanto tenere conto dell’entità delle differenze, dell’età del paziente e delle previsioni di crescita futura, quanto di consentire all’arto di acquistare maggiori capacità funzionali.
Su questa base, e in conseguenza delle precedenti esperienze chirurgiche, gli Autori presentano un piano generale da loro adottato, che deve essere, volta per volta, adattato alle singole esigenze dei pazienti, sia per quanto riguarda l’età ideale per intervenire e sia per quanto riguarda la tecnica da adottare.