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LE DEFORMITÀ OSSEE E ARTICOLARI - RELAZIONI  100° CONGRESSO DELLA SOCIETÀ PIEMONTESE-LIGURE-LOMBARDA DI ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA (S.P.L.L.O.T.) - Pavia, 20-21 giugno 2003 

Minerva Ortopedica e Traumatologica 2003 April;54(2):101-6

Copyright © 2003 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Italiano

La ricostruzione “one stage” dell’anca lussata inveterata in età evolutiva

Origo C., Cattaneo P., Rocca G.

U.O.A. Ortopedia e Traumatologia Pediatrica, Azienda Ospedaliera “SS Antonio e Biagio e Cesare Arrigo”, Alessandria


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Obiettivo. Gli Autori presentano uno studio retrospettivo con l’intento di valutare le indicazioni e i risultati della ricostruzione dell’anca lussata inveterata (congenita o spastica) in un solo tempo chirurgico.
Metodi. Sono stati trattati 9 pazienti (3 LCA e 6 PCI) con lussazione monolaterale, mediante riduzione cruenta, osteotomia femorale intertrocanterica di varizzazione-accorciamento e derotazione e ricostruzione acetabolare. Nei casi di LCA è stata effettuata l’osteotomia di Chiari (in un caso con “augmentation” dall’ala iliaca). Nei casi di lussazione da paralisi cerebrale si è preferita l’osteotomia secondo Dega. Un apparecchio gessato è stato applicato in media per 25 giorni.
Risultati. Il controllo a distanza è in media di 2 anni. Una sola anca è andata incontro a rilussazione e ha richiesto una ripresa dell’osteotomia di centramento e una capsuloplastica stipata.
Tutte le osteotomie sono consolidate e i mezzi di sintesi (viti placche o placche di Sherman) sono stati rimossi a distanza di 1 anno e 1/2 (media).
Non si sono registrate complicanze come infezioni, decubiti o anchilosi.
Tutti i casi hanno mostrato una buona articolarità e, nei casi che segnalavano dolore preoperatorio, questo si è ridotto o è scomparso.
Conclusioni. È una chirurgia difficile in grado di dare risultati soddisfacenti.
In accordo con i più recenti studi pubblicati, i migliori risultati sono ottenuti quando tutti i tempi chirurgici previsti o prevedibili vengano riuniti in una sola seduta operatoria. Questo allo scopo di ridurre il rischio di rilussazioni e garantire un risultato stabile nel tempo.
Pressoché obbligatoria negli esiti di LCA e nei pazienti deambulanti o con buona prognosi deambulatoria, deve essere attentamente valutata nell’indicazione in caso di grave cerebropatia o nella spina bifida.

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