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Minerva Ortopedica e Traumatologica 2001 February;52(1):31-66
Copyright © 2001 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Italiano
Anestesia regionale
Pavlin D. J.
Full text temporaneamente non disponibile on-line. Contattaci
Il successo dell'anestesia regionale come alternativa a quella generale per la chirurgia ambulatoriale è basato sull'attenta selezione del paziente e sulla scelta della tecnica appropriata. La possibilità di avere un'anestesia totale dell'area interessata dall'operazione, senza perdita delle facoltà mentali o dei riflessi respiratori, con emesi ridotta e minimo dolore post-operatorio, rende l'anestesia regionale particolarmente gradita ai pazienti ambulatoriali. Con anestetici locali adatti, i pazienti attualmente possono riprendersi più velocemente che con l'anestesia generale. Infatti, dopo blocchi di nervi periferici, i pazienti possono evitare la fase I di recupero e possono essere mobilizzati immediatamente dopo la fine dell'intervento chirurgico. Anche per l'anestesia regionale è è necessario avere a disposizione l'equipaggiamento di monitoraggio e di rianimazione previsto per l'anestesia generale. Sebbene la sediazione possa essere un'aggiunta alla tecnica regionale, i recuperi più veloci sono quelli in cui sono stati usati ipnotici-sedativi a lunga durata d'azione. L'anestesia spinale tramite aghi a punta di matita o aghi di Quincke di calibro 26 o 27 sta diventando sempre più utilizzata, poichè viene ridotta l'incidenza della cefalea post-puntura durale. I dosaggi appropriati di anestetici locali riducono la tossicità e diminuiscono la durata di azione. Per la chirurgia ambulatoriale sono particolarmente utili i blocchi periferici delle estremità superiori, comprendenti i blocchi per via ascellare, quelli per via interscalenica e l'anestesia regionale per via endovenosa. Sono stati discussi i punti di repere anatomici per i blocchi delle estremità inferiori e delle caviglie. L'infiltrazione di anestetici locali a lunga durata d'azione garantisce un'analgesia di lunga durata; tuttavia, devono essere fornite precise informazioni ai pazienti che vengono dimessi con blocco delle estremità inferiori ancora in atto. I pazienti con blocchi nervosi centrali (spinale, epidurale), dovrebbero essere tenuti in osservazione in unità adeguatamente equipaggiate sino a che non siano pronti per la fase II del recupero, quando il blocco è receduto a livello di L1 o più inferiormente, e quando gli effetti residui del blocco sono ormai minimi. Prima della dimissione, dovrebbero essere in grado di deambulare senza alcuna variazione della pressione arteriosa ortostatica, dovrebbero aver recuperato il controllo dell'intestino e della vescica, e dovrebbero aver evacuato e minzionato. I comuni effetti collaterali dell'anestesia spinale o epidurale comprendono l'ipotensione, la bradicardia e i risultati di iniezioni accidentali di grandi quantità di anestetico locale nello spazio subaracnoideo. Dopo un'anestesia spinale, la cefalea post-puntura può comparire con incidenza variabile (a seconda del tipo di ago utilizzato); dopo anestesia epidurale essa varia dallo 0,5 all'1,0%. Dopo anestesia spinale e epidurale, dal 10 al 50% dei pazienti lamenta mal di schiena. Nei bambini, l'anestesia caudale può essere indotta facilmente utilizzando concentrazioni di anestetici che garantiscano anesteria peri-operatoria e analgesia senza interferire con il controllo dell'intestino e della vescica o con la capacità di deambulare. Inoltre sono state descritte le varie tecniche per il blocco del nervo ileoipogastrico e ileoinguinale e per l'anestesia oftalmica.