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97° CONGRESSO DELLA SOCIETA' PIEMONTESE-LIGURE-LOMBARDA DI ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA (SPLLOT) - II (Alba, 22-23 settembre 2000)
Minerva Ortopedica e Traumatologica 2000 October;51(5):291-6
Copyright © 2000 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Italiano
Traumatologia del piede e della caviglia nell’età evolutiva
Valdiserri L., Poli G.
Le lesioni della caviglia e del piede in età evolutiva differiscono da quelle dell'adulto perché differente è l'anatomia, la biomeccanica e la fisiologia dello scheletro del bambino.
Le fratture del piede per la grande elasticità e flessibilità dell'apparato muscolo-legamentoso sono rare e a differenza dell'adulto, un bambino che cada dall'alto è più facile che si rompa la gamba.
Alla caviglia la presenza delle cartilagini di accrescimento e legamenti molto più forti e resistenti dell'osso rendono eccezionali le lesioni capsulo legamentose e determinano la formazione di specifici pattern di frattura.
Nel piede il trattamento è generalmente conservativo poiché il rimodellamento garantisce un buon recupero morfologico. Ma quando l'osso ha raggiunto una forma matura e il potenziale di crescita plastica è oramai insignificante è da comportarsi come nell'adulto.
Per la caviglia sino ai 10 anni e nelle fratture di tipo 1 e 2 il trattamento è generalmente conservativo in quanto il rimodellamento corregge gli eventuali difetti angolari e l'articolazione mantiene una perfetta congruenza. Nelle altre fratture, in particolare quelle che coinvolgono il malleolo tibiale e in generale nel III e IV tipo di Salter la riduzione della frattura deve essere perfetta: il trattamento è prevalentemente chirurgico. Se la cartilagine non è stata irreversibilmente danneggiata si possono ottenere buoni risultati con una riduzione anatomica e una fissazione stabile della frattura. Altrimenti il callo di frattura a ponte dalla metafisi all'epifisi provocherà una perdita di crescita e un difetto angolare.