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97° CONGRESSO DELLA SOCIETA' PIEMONTESE-LIGURE-LOMBARDA DI ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA (SPLLOT) - II (Alba, 22-23 settembre 2000)
Minerva Ortopedica e Traumatologica 2000 October;51(5):283-6
Copyright © 2000 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Italiano
Le complicanze fratturative nelle lesioni neoplastiche della caviglia e del piede
Lazzaro F., Daolio P., Perrucchini G., Parafioriti A., Mapelli S.
La patologia neoplastica maligna primitiva dell'osso rappresenta un'esigua percentuale dei tumori, con un'incidenza annuale stimata in 10 casi per milione (basti pensare che il più frequente di essi, l'osteosarcoma, presenta un'incidenza annuale di 2-3 casi per milione, rappresentando lo 0,2% di tutti i tumori maligni). La localizzazione al piede ed alla caviglia è riscontrabile solamente nel 4-5% dei casi; eccezionale è pure il riscontro di lesioni metastatiche a tale livello.
Nel presente lavoro gli Autori discutono la loro esperienza relativa al trattamento chirurgico di 64 pazienti operati nel periodo 1990-2000 perché affetti da tumori ossei del piede e della caviglia, che soltanto in 10 casi si sono rivelati essere di natura maligna.
Dall'analisi della casistica emerge che la frattura patologica non è mai stata il sintomo d'esordio, rappresentato sempre dal dolore. Ciò è da mettersi in relazione al fatto che la struttura corticale delle ossa brevi del piede si presenta in grado di mantenere la propria integrità anche qualora vi sia un notevole riassorbimento della componente spongiosa.
Il trattamento di questo tipo di lesioni a livello del piede è spesso di tipo demolitivo (amputazione), poiché non è possibile individuare compartimenti anatomici ben definiti a tale livello. Le localizzazioni alla tibia e perone distali offrono talvolta la possibilità di attuare una chirurgia con margini ampi e con buone possibilità di trattamento ricostruttivo (mediante innesti ossei autoplastici o provenienti dalle banche dei tessuti).