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97° CONGRESSO DELLA SOCIETA' PIEMONTESE-LIGURE-LOMBARDA DI ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA (SPLLOT) - II (Alba, 22-23 settembre 2000)
Minerva Ortopedica e Traumatologica 2000 October;51(5):253-70
Copyright © 2000 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Italiano
Complicanze delle fratture di calcagno e loro trattamento
Pisani P. C.
Le complicazioni sfortunatamente frequenti delle fratture di calcagno rappresentano un elevato impatto sociale a causa della frequente e protratta invalidità. Il problema a lungo termine, collegato non solo alla possibile evoluzione degenerativa dell'articolazione sottoastragalica, è direttamente correlato all'intera e complessa deformazione prodotta al momento della frattura. Il trattamento «in acuto» è quindi determinante per minimizzare le problematiche «secondarie» e deve essere stabilito il ripristino della forma globale del calcagno. La problematica è rappresentata dalle deviazioni assiali del calcagno nei suoi tre piani: frontale, orizzontale e (il meno noto) sagittale. Quest'ultimo limita la funzionalità dell'articolazione tibio-astragalica e può causare una sindrome dolorosa della sindesmosi tibio-peroneale distale. È possibile la presenza di compressione del tronco nervoso (nervi tibiali o surali), di conflitto osseo calcaneo-peroneale, di protrusione ossea plantare, di ritrazione del dito. Tutte queste problematiche, isolate o associate, o aggiunte alla rigidità dolorosa dell'articolazione sottoastragalica, sono presenti in percentuali diverse nella casistica illustrata in questo lavoro. Il trattamento rappresenta talvolta un problema chirurgico non indifferente e con risultati molto incerti, mentre la stabilizzazione chirurgica dell'articolazione sottoastragalica, in assenza di altri problemi, non è difficile da eseguire. Riteniamo quindi che sia molto importante ricordare che deve essere considerato come «fattore critico» la deformazione complessa prodotta dal trauma e non solo il danno dell'articolazione sottoastragalica che compromette l'astragalo.