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  MENOPAUSA 

Minerva Ginecologica 2013 December;65(6):621-30

Copyright © 2013 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Inglese

Modulatori selettivi dei recettori estrogenici in menopausa

Gambacciani M.

Department of Obstetrics and Gynecology Pisa University Hospital, Pisa, Italy


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L’ipoestrogenismo è il fattore eziologico primario per osteoporosi e fratture correlate, nonché per una serie di sintomi clinici che possono ridurre la qualità della vita delle donne in post-menopausa. Sono necessarie alternative alla terapia ormonale sostitutiva classica (HRT) per le donne che non possono o non vogliono essere sottoposte a terapia ormonale. I modulatori selettivi dei recettori estrogenici (SERM) sono composti che non hanno la struttura steroide degli estrogeni, ma interagiscono con i recettori degli estrogeni (ER) come agonisti o antagonisti a seconda del tessuto bersaglio. Il tamoxifene, la prima generazione di SERM, è stato usato per decenni nella prevenzione primaria e nel trattamento del tumore al seno. Il tamoxifene esercita effetti estrogenici positivi sulle ossa, proteggendo la densità minerale ossea (BMD). Tuttavia, il tamoxifene agisce come agonista anche sull’endometrio, comportando un aumento del rischio di iperplasia endometriale e neoplasia. Inoltre, la somministrazione di tamoxifene è associata a un aumento significativo del rischio di ictus e tromboembolismo venoso, incluse sia trombosi venosa profonda, sia embolia polmonare. Pertanto, questi effetti, oltre al maggiore rischio e alle vampate di calore, impediscono l’uso di tamoxifene per la prevenzione dell’osteoporosi. Ulteriori generazioni di SERM, raloxifene e bazedoxifene, sono state sviluppate per la prevenzione e il trattamento dell’osteoporosi postmenopausale e ora sono autorizzate per questa indicazione. Inoltre, il raloxifene è efficace come il tamoxifene nella riduzione del rischio di tumore mammario invasivo. D’altra parte, i dati disponibili indicano che il bazedoxifene esercita una maggiore attività anti-frattura rispetto al raloxifene. A differenza del tamoxifene, sia raloxifene che bazedoxifene riducono il rischio di iperplasia endometriale e tumore. Tuttavia, sono associati a un aumento significativo del rischio di eventi tromboembolici venosi. Sebbene raloxifene e bazedoxifene prevengano l’osteoporosi post-menopausale, non sono stati associati alla riduzione della sintomatologia climaterica, in particolare delle vampate di calore. Al fine di trovare un nuovo approccio per la gestione della menopausa, i SERM sono stati combinati con estrogeni, creando un complesso selettivo tissutale dell’attività estrogenica (TSEC) per ottenere un profilo clinico favorevole sui profili misti di attività selettiva tissutale dei componenti. Il bazedoxifene associato ad estrogeni coniugati (BZA/CE) è il primo TSEC valutato in un ampio programma clinico. La somministrazione di BZA/CE diminuisce il turnover osseo, con un aumento di BMD nella colonna lombare e nell’anca totale. L’entità di questi effetti è simile a quella esercitata dall’HRT e maggiore di quella osservata con solo raloxifene e bazedoxifene. Inoltre, la somministrazione di BZA/CE ha ridotto significativamente la gravità e la frequenza delle vampate di calore e ha migliorato le misure di atrofia vaginale e i punteggi di qualità della vita, tra cui quello per il sonno, analogamente all’HRT. La somministrazione di BZA/CE impedisce la proliferazione endometriale, con percentuali elevate di amenorrea in un anno. Nel loro insieme, tutti i dati disponibili indicano che la combinazione BZA/CE è efficace e sicura per il trattamento delle donne in climaterio, migliorando la qualità complessiva della vita e proteggendo al contempo lo scheletro. L’alta percentuale di amenorrea può aumentare la compliance, evitando le emorragie e gli effetti collaterali legati alla somministrazione di progestinico. Sono necessari ulteriori studi per valutare gli effetti finali della combinazione BZA/CE sugli esiti clinici, come eventi cardiovascolari e tumore al seno e all’endometrio.

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