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Minerva Ginecologica 2012 February;64(1):1-8
Copyright © 2012 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Italiano
L’induzione del parto con prostaglandine a lento rilascio nella pratica clinica: risultati di un protocollo clinico
Maneschi F., Sarno M., Mosillo A., Parisella M., Gagliardi F., Algieri M., Perrone S. ✉
Unità Operativa Complessa di Ginecologia e Ostetricia, Ospedale Santa Maria Goretti, Latina, Italia
Obiettivo. Obiettivo del presente lavoro è stato quello di valutare la fattibilità e i risultati di un protocollo d’induzione del parto mediante dinoprostone endovaginale a lento rilascio in pazienti con cervice sfavorevole.
Metodi. Le indicazioni all’induzione erano: gravidanza >40 settimane, AFI ≤5, rottura prematura delle membrane, ritardo di crescita intrauterina, ipertensione, diabete ed epatogestosi. I criteri di eleggibilità erano: gravidanza singola, presentazione cefalica, maturazione della cervice uterina (score di Bishop <4 in assenza di pregressa cicatrice uterina). L’induzione del parto con dinoprostone 10 mg a lento rilascio è avvenuta secondo un protocollo condiviso da medici e ostetriche. L’insuccesso dell’induzione con prostaglandine è stato definito come mancata dilatazione >3 cm della cervice uterina alla rimozione del pessario.
Risultati. Sono state arruolate 119 pazienti. È stato ottenuto inizio del travaglio di parto in 102 (85,7%) pazienti; di queste, 98 (82,3%) solo con dinoprostone e 4 (3,3%) successivamente a reinduzione con ossitocina. L’intervallo tra l’applicazione delle prostaglandine e il parto vaginale è stato 16,85±11,48 ore. Il parto vaginale si è verificato in 87 (73,1%) donne, mentre 32 (26,9%, 29 primipare) hanno richiesto taglio cesareo. Il taglio cesareo è stato eseguito in 15/98 (15,3%) donne che hanno risposto all’induzione con prostaglandine e in 17/21 (80,9%) donne che non hanno risposto. Sono state riportate 11 (9,2%) violazioni del protocollo. In 4 (3,3%) casi si è verificata ipercinesia uterina con rimozione del pessario.
Conclusioni. L’induzione del parto con dinoprostone a lento rilascio sembra una procedura fattibile, con una buona efficacia, un’elevata aderenza al protocollo, una bassa incidenza di effetti collaterali e una buona maneggevolezza.