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REVIEW
Minerva Ginecologica 2008 October;60(5):421-9
Copyright © 2008 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Inglese
Fattori predittivi e di rischio della pre-eclampsia
Kaaja R.
Department of Obstetrics and Gynecology, Helsinki University Hospital, Helsinki, Finland
La comprensione dei meccanismi patologici responsabili della pre-eclamptica (pre-eclampsia: PE), così come la valutazione precoce del rischio sono ancora una sfida importante. I fattori di rischio per la PE sono rappresentati dalla nulliparità, dall’anamnesi familiare o personale di PE, da un diabete pre-esistente o da un aumentato indice di massa corporea, dalla gravidanza multipla, dall’età della madre, dalla nefropatia, dall’ipertensione o dall’aumentata pressione arteriosa e dalle patologie autoimmuni croniche. Altri fattori sono rappresentati dalla trombofilia e dall’insulino-resistenza correlata all’obesità. D’altra parte, l’identificazione dei fattori predittivi di sviluppo della PE dovrebbe rendere possibile la selezione delle gravide con probabilità di sviluppare PE, prima che compaia la patologia e dovrebbe migliorare il loro monitoraggio e consentire di farle partecipare a studi clinici randomizzati per la valutazione del trattamento profilattico. Quali marcatori della PE sono stati valutati diversi agenti biochimici. Al momento nessuno di loro si è dimostrato essere clinicamente utile. Sono stati fatti molti sforzi per valutare i nuovi, potenziali, marcatori e la loro combinazione con altri metodi di screening quali l’eco-Doppler. Al momento, i marcatori biochimici più promettenti sono rappresentati dalla proteina 13 placentare (placenta protein 13: PP-13), così come dalla fms-like tirosina-chinasi-1 solubile (soluble fms-like tyrosine kinase-1: sFlt-1) e dall’endoglina solubile. Questi marcatori consentono uno screening in uno stadio relativamente precoce e, aspetto più importante, mostrano valori predittivi relativamente elevati e hanno migliorato il percorso diagnostico se combinati con l’eco-Doppler eseguito durante il primo trimestre di gravidanza. Tuttavia, sinora i dati disponibili sono troppo pochi per giustificare l’utilizzo clinico di questi marcatori. Per continuare a progredire nella riduzione della morbidità materna e perinatale e per diminuire il pesante impatto della pre-eclampsia sono necessari studi prospettici su larga scala, che valutino questi marcatori.