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REVIEW
Minerva Ginecologica 2003 December;55(6):463-82
Copyright © 2003 EDIZIONI MINERVA MEDICA
lingua: Italiano
Induzione al travaglio di parto. Quali metodiche possibili?
Tinelli A., Tinelli R., Tinelli F. G.
L'induzione del travaglio di parto è uno strumento ostetrico molto diffuso, da utilizzare quando il rischio potenziale della gestante di proseguire una gravidanza è di gran lunga superiore all'interruzione della stessa.
Le metodiche induttive possono essere di tipo meccanico o farmacologico; la scelta del metodo induttivo dipende soprattutto dal grado di maturazione della cervice uterina, in quanto fattore in grado d'influenzare significativamente, a seconda del tipo d'induzione, l'esito finale della stessa.
Alle metodiche meccaniche appartengono le seguenti procedure: scollamento delle membrane e dilazione manuale della cervice uterina, applicazione di dispositivi igroscopici e di cateteri di Foley direttamente all'interno della cervice con riempimento del palloncino e amniotomia.
Al 2° tipo d'induzione, appartengono alcuni agenti farmacologici, quali le prostaglandine (PG); esse sono il metodo più diffuso per indurre un travaglio, vengono utilizzate soprattutto per via vaginale in pazienti con cervici impreparate, mimano gli effetti prodotti dai loro omologhi uterini all'inizio del travaglio e dimostrano efficacia in gran parte dei casi.
In commercio esistono varie PG, ma tranne alcuni analoghi somministrati per via vaginale, quali il Dinoprostone per le PGE2 e il Misoprostolo per le PGE1, nessuna PG ha dimostrato pari sicurezza nel management dell'induzione del travaglio.
L'ossitocina, altro farmaco induttivo, somministrato in maniera diluita per via endovenosa, è utilizzato in singolo o in associazione ad altre metodiche soprattutto a travaglio avviato o a membrane rotte, giacché avvia o mantiene la contrazione miometriale uterina.