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NOTE DI TERAPIA   

Minerva Ginecologica 2003 February;55(1):87-94

Copyright © 2003 EDIZIONI MINERVA MEDICA

lingua: Italiano

Effetti del tamoxifene e della terapia estrogenica sostitutiva sul metabolismo lipidico e su altri fattori di rischio cardiovascolare. Studio prospettico in donne isterectomizzate

Imperato F., Marziani R., Perniola G., Ebano V., Fruscella M., Mossa B.


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Obiettivo. Lo scopo del nostro studio consiste nella valutazione, in pazienti isterectomizzate, degli effetti del tamoxifene sulla patogenesi della malattia cardiovascolare.
Metodi. Tra il 1992 e il 1998, sono state arruolate 93 donne con fattori di rischio per carcinoma mammario, sottoposte ad isterectomia e ovariectomia bilaterale per patologia benigna, per uno studio prospettico con follow-up a 0, 12 e 24 mesi. Le pazienti sono state suddivise in 4 gruppi: Gruppo A costituito da 26 pazienti con una sintomatologia climaterica da carenza estrogenica (28%) cui è stato somministrato il tamoxifene in associazione ad estrogeni coniugati naturali per via orale. Gruppo B costituito da 27 pazienti sintomatiche (29%) cui è stato somministrato tamoxifene in associazione a 17B-estradiolo per via transdermica. Gruppo C costituito da 19 donne asintomatiche (21%) cui è stato somministrato il solo tamoxifene. Gruppo D (controllo) composto da 21 donne (22%) che è stato utilizzato come controllo. In ogni campione sono state testate le concentrazioni plasmatiche dei seguenti parametri: colesterolo totale (T-C), lipoproteine-colesterolo alta densità (HDL-C), lipoproteine-colesterolo bassa densità (LDL-C), trigliceridi (TRG), piastrine (PLT), fibrinogeno (FBR) ed antitrombina III (AT III). L'analisi statistica è stata eseguita mediante lo studio della varianza per misure ripetute (ANOVA): p<0,05 è stato considerato significativo (IC 95%).
Risultati. Nelle pazienti a cui è stato somministrato il tamoxifene, con o senza terapia estrogenica sostitutiva, si è osservato, dopo 24 mesi, una riduzione del T-C, delle LDL-C e del FBR (p<0,01); la concentrazione sierico delle HDL-C non ha subito variazioni significative rispetto al gruppo di controllo (p=NS); solo nelle 26 pazienti del gruppo A è stato ottenuto un incremento delle HDL-C (p<0,02). Una significativa riduzione dei TRG (p<0,01) è stata ottenuta con la somministrazione di tamoxifene e 17B-estradiolo per via transdermica. Invece, le pazienti del gruppo A e C presentavano un incremento dei TRG (p<0,05). Nessuna differenza significativa è stata rilevata nella conta delle piastrine (p=NS).
Conclusioni. I risultati di questi studi incoraggerebbero la somministrazione del tamoxifene solo nelle donne isterectomizzate ad alto rischio di sviluppare un cancro della mammella ed asintomatiche. In queste pazienti potrebbero essere utilizzate favorevolmente le proprietà che questa molecola possiede nel ritardare lo sviluppo del tumore mammario e nel ridurre l'incidenza di coronaropatie. Nelle pazienti che presentano una sintomatologia da carenza estrogenica, risulta indicata una associazione a base di tamoxifene e 17B-estradiolo per via transdermica, in quanto maggiori risulterebbero gli effetti benefici a carico dell'assetto lipidico.

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